Apre oggi a Milano la Bit, borsa internazionale del turismo, che dovrà affrontare la crisi di un settore che vale circa 12 punti del Pil e crea il 10% dell’occupazione. Il settore, però, nonostante un incremento dei turisti nel 2011 ha registrato una netta perdita di fatturato (1,4 miliardi) soprattutto a causa dei mancati arrivi dall’estero: -7% di americani, -13% di inglesi e -14% di russi. In controtendenza il turismo enogastronomico che secondo il Censis attira ogni anno 5 milioni di gourmet, disposti a spendere 193 euro a testa al giorno, e vale tra i 3 e i 5 miliardi di euro. Una stima troppo approssimativa, dice su Qn la presidentessa di Agriturist Vittoria Brancaccio che abbassa l’asta a un miliardo e mezzo di euro. Ma se c’è distanza sul valore reale del settore, non ci sono dubbi sulle mete prescelte dagli enoturisti: in cima alle preferenze la Toscana (44% del mercato), seguita a distanza dal Piemonte, tallonato a sua volta da Marche e Umbria. Impressionano i numeri degli agriturismo (18.400) e dei sistemi enoturistici (più o meno funzionanti): 560 Città del Vino, 200 Città dell’olio e 148 strade del vino e dei sapori.
via Club di Papillon