scuola

ITP Story – Chi sono gli Insegnanti Tecnico Pratici? Di Tea Vergani

Non so bene quando, ad un certo punto sono diventata un ITP: ho scoperto che mi piaceva insegnare, e in particolare in un laboratorio, ma questo non è stato immediato. Sono diventata ITP nel 1974, ma avevo già lavorato qualche anno come operaia od impiegata.  Osservavo i teorici, ascoltavo le loro lamentele, e mi sentivo un’aliena.
Ma qualche anno dopo, ho iniziato ad interessarmi della mia categoria. Ciò che vi presento in queste pagine è un contributo per voi. E’ una sintesi dei passi che sono stati compiuti, dei cambiamenti che abbiamo subito, di ciò che abbiamo realizzato.
Dato che in questo momento economico e politico siamo colpiti più di qualunque altra categoria (sia chi è di ruolo, che chi è precario) è meglio che si diffondano informazioni e notizie in rete: la comunicazione è potenza e forza. Chi non conosce la Storia è condannato a ripeterla.

Gli ITP sono nati nel 1931, Legge n. 889. Con un orario di lavoro di otto ore giornaliere, erano utilizzati come “assistenti”, nelle officine, nei laboratori. Solo nel 1946 l’orario fu poi ridotto a 7 ore, giornaliere. Si doveva collaborare come assistente del prof. teorico, alle sue dipendenze. Non si aveva alcuna funzione docente, educativa o didattica. Si tenevano in ordine i laboratori ed i gabinetti (sic). Tuttavia, era stata una Legge innovativa: per la prima volta veniva scritto nero su bianco che “le esercitazioni pratiche costituiscono parte integrante ed essenziale degli insegnamenti stessi”.

Nel 1948, i Decreti Legislativi n.. 1277 e 1278 del 7/5/1948 portarono alla definizione di “insegnanti tecnico-pratici”. A tutti, venne applicato lo status giuridico ed economico proprio del “corpo della Scuola”, con orario da 15 a 24 ore settimanali, stipendi diversificati in tabella rispetto ai docenti laureati, alcuni in compresenza ed altri no, a seconda delle materie.

Tutto ciò è documentato dall’Articolo di C.A. Prestipino su “problemi aperti” – Gli insegnanti tecnico pratici.

1968: Esistevano molti Docenti Diplomati: erano state fatte leggine “ad hoc”, anche composte di un solo articolo, per alcune categorie. I Docenti diplomati della nuova materia “Applicazioni Tecniche” erano stati gratificati dalla Legge 340/1968, che li aveva fatti transitare nel ruolo dei laureati (ruolo B) nel momento del grande ed epocale cambio di insegnamento dall’ “Avviamento professionale “ alla “Media Unificata”. . Mentre i Docenti diplomati che insegnavano nelle Medie Superiori restavano confinati al ruolo C!!! Era evidente a chiunque che nelle Superiori si insegnavano materie ben più complessa, ma ci consideravano meno degli altri!
1979: Il ministro Spadolini firma e fa firmare al Governo alcune misure legislative che riguardano anche gli ITP. Se ne trova traccia in volantino del Coordinamento Romano I.T.P. che convoca tutti gli ITP dei Professionali e Tecnici Turistici ad un incontro, per discutere gli art. 3 e 5 del D.P.R. 31/5/1979 n. 416 e del D.L. n. 235 del 25/6/1979. In essi, si decreta che il voto agli studenti viene formulato dai Docenti teorici, sentiti gli ITP coadiutori. Fino a quel momento, neanche questo era consentito! Il Coordinamento ITP di Roma scrive che : “pur rappresentando un aumento del carico di lavoro, ciò è solo una prima tappa per l’ottenimento della piena autonomia di valutazione e responsabilità didattica propria della piena funzione docente (parificazione giuridica), condizione necessaria per l’unità della categoria, unità indispensabile per esprimere con più forza e compattezza la necessità di raggiungere in brevi tempi l’equiparazione economica con il resto del corpo docente”. Noterete che tutti questi documenti che allego sono stati realizzati a mano, o con macchine da scrivere o con matrici a cera e poi ciclostilati. Su questo volantino, fa quasi tenerezza leggere la preghiera di confermare telefonicamente la propria presenza all’incontro di Roma. Infatti, esisteva solo il telefono fisso, per discutere, organizzarsi, passare le notizie e le informazioni al più elevato numero possibile di ITP. Questo, è il primo documento in cui si parla della richiesta di equiparazione stipendiale con i Docenti laureati. Già erano stati fatti molti passi avanti, con le nostre rivendicazioni, rispetto al 1931!
Tutto ciò è documentato dal volantino “Agli ITP e Docenti di tecnica Trasporti”.
Nel 1981, tutti e tre i sindacati confederali rifiutarono lo stanziamento di soldi del Ministro Bodrato per perequare gli stipendi dei docenti diplomati a quelli della Media Inferiore, con la motivazione che la cosa avrebbe dovuto riguardare tutti i docenti, compresi i Maestri. Tutti, o nessuno. A posteriori, avrebbe prodotto qualche differenza, ai giorni nostri? Chi può dirlo?

Nel 1982, solo negli Istituti tecnici per il Turismo si viene a creare una disparità rispetto a tutte le altre tipologie di Istituto Secondario: la loro assegnazione alle sedi non avverrà più , da quell’anno in poi, con un calcolo aritmetico tra ore di compresenza/numero classi ma con una delibera scritta così: “agli Istituti Tecnici per il Turismo spetta n. 1 ITP della classe di concorso C150 se nella scuola è presente solo un Corso, spettano n. 2 ITP qualora i Corsi siano almeno due”. Mi perdonerete se scrivo questa breve nota autobiografica, trattando solo della classe di concorso C150 (ex C560, ex C570) interesserà pochi di voi che leggete. Ma questa anomalia ha costretto ogni Istituto Tecnico per il Turismo ad “inventarsi” un modo per utilizzare al meglio le nostre qualità ed esperienza. All’ITT di Palermo, ad esempio, le classi quinte erano così tante, che neanche andando 15 minuti in ciascuna classe si sarebbe potuto insegnare in tutte. Iniziammo, forse prime tra tutti, la didattica a modulo, per argomenti temporizzati (ad es. 1 ora a settimana nelle classi quarte, per il primo trimestre, poi la stessa cosa, ma nelle classi quinte), gli sportelli per Alternanza Scuola/Lavoro, Stage e Tirocini, sia formativi che di orientamento, le Biblioteche Turistiche, l’assistenza alle tesine di Maturità, gli Uffici Viaggi Didattici ed altre pregevoli esperienze laboratoriali. Probabilmente, non ci siamo mai annoiate od annoiati…. Ogni anno dobbiamo lottare contro i Collegi.. ed i colleghi, per ottenere i nostri “spazi”.
La cosa ebbe anche forti svantaggi, perché i nostri posti di lavoro sono tutt’ora pochissimi (circa 40, in tutta Italia), ed alcuni Provveditorati Studi/ C.S.A./Uffici Scolastici se ne sono approfittati non nominando MAI in ruolo gli ITP della C150. Esistono, purtroppo, anche i precari della C150! Addirittura, siamo pochi “di ruolo” su questa materia. Che, tra l’altro è cancellata nella Riforma Gelmini. Ho personalmente coniato lo slogan “siamo ITPANDA”, perché mi considero in estinzione. Come mi “smaltiranno”, ancora non si sa. Scusatemi per la digressione, torno a parlare di tutto voi, di tutti gli altri ITP.

La svolta, per tutti gli ITP, iniziò nell’anno 1987: In quell’ anno, per la prima volta, ITP SINDACALIZZATI provenienti da otto Regioni, si riunirono al Seminario nazionale ITP. Tutti insieme i tre Sindacati: CGIL-CISL-UIL. Nei 14 anni precedenti, non si erano trovate intese né erano state elaborate piattaforme. I Cobas esistevano, ma sugli ITP le loro erano richieste meno forti. Già allora, ogni Sindacato tendeva a lottare soprattutto per i propri iscritti: più tessere di ITP = più lotta per gli ITP… E le lotte variavano a seconda del Ministro in carica: se era della DC otteneva più cose la Cisl, se era del partito Liberale, ecc. ecc. Notate qualche differenza, con i giorni attuali?
Nel 1987, la situazione degli ITP era tesa: non si facevano concorsi da 15 anni, gli ITP non venivano ritenuti abilitati, non potevano dare voti, aumentava il numero dei disabili, c’era l’elevamento dell’obbligo scolastico, i rapporti tra ITP e prof di Teoria erano confusi, gli ITP venivano considerati solo “coadiutori”, tra noi e gli AT non erano chiare responsabilità e competenze, con conseguenti forti attriti. C’erano ITP che insegnavano in autonomia ed ITP che lavoravano solo in compresenza. Oltre alle ore di cattedra dovevamo manutenere i laboratori per altre 3 ore settimanali, ecc. ecc. C’erano docenti diplomati in molte materie, ad esempio alle Medie per Applicazioni Tecniche che erano inquadrati nel ruolo B..
Si stava facendo, in quegli anni, la “riforma Falcucci della secondaria superiore”, mentre il Ministero avviava Progetti Sperimentali Guidati. Già il Ministro Falcucci aveva introdotto modifiche al biennio che avevano mortalmente ferita la categoria (-60% delle cattedre) , stava per arrivare quella del triennio. Ogni volta, diminuivano le cattedre degli ITP, venivano cancellate materie obsolete, diminuivano gli indirizzi (erano 130, in passato, vennero ridotti a meno della metà. Vi ricorda qualche cosa?).
Il Seminario Nazionale CGIL-CISL-UIL fu, perciò, un momento importante: denunciava questa riduzione degli organici, rivalutata l’importanza della didattica laboratoriale, affermava la mancanza di concorsi con il parallelo aumento dei precari, lamentava la silenziosa scomparsa degli ITP con la riforma a regime.
Vennero anche ribadite annose rivendicazioni in quell’anno, che poi solo in parte avrebbero trovato risposte dal Ministero, come ci insegna la Storia. Chiedevamo i diritti “di base”:
Partecipazione alle valutazioni e ai Consigli di Classe
Partecipazione, per gli ITP laureati, ai Concorsi a Preside
Superamento delle 3 ore settimanali per la cura dei laboratori e/o pagamento ore extra
Formazione universitaria per tutti, livello ed inquadramento unico
Inquadramento retributivo al settimo livello, per tutti
Aggiornamento obbligatorio e garantito, per ITP e teorici

Al termine del Seminario ITP, le altre richieste rivolte al Ministero erano state queste:
Lavoro per gruppi e organico adeguato per tutti gli insegnamento che precedano l’uso del laboratorio (non solo tecnologico, anche artistici, linguistici, ecc)
Pluralità di possibilità di riconversione e/o mobilità su base volontaria
Concorsi riservati per l’abilitazione ad ITP
Educazione tecnica, con gli ITP, anche alle Elementari e Medie inferiori
Docente unico a regime, con varie ipotesi:
con riconversione sulla propria disciplina o su altre, con o senza corsi di riconversione a seconda dei casi.
Esperienze di formazione e lavoro
Responsabilità dei laboratori
Rapporti con il mondo del lavoro e la formazione professionale
Passaggio a domanda ad altre amministrazioni nel rispetto delle competenze professionali.
Si proponevano forme di lotta, tra cui il blocco dei laboratori e delle officine.
Tutto ciò è documentato da:
Seminario nazionale sugli I.T.P. Documento CGIL – CISL – UIL – 1987
Agenzia stampa CGIL del 19/6/1987
Rivista CGIL Scuola – 1987 “vecchi e nuovi problemi”

1990
Un numero esiguo di ITP pugliesi e laureati (solo trenta ITP) fecero ricorso al TAR della Puglia, per ottenere il ruolo dei docenti laureati. Vi furono ricorsi da tre altre regioni: Lombardia, Emilia, Campania. Erano sempre gruppetti di massimo 10-30 ITP, che si pagavano un Avvocato e facevano ricorso. I Sindacati .. affiancavano.
Lo chiesero portando questi due motivi:
violazione di legge e dei principi di cui all’art. 97 della Costituzione. Difetto di motivazione, dato che il Provveditorato non aveva loro risposto, il silenzio-rifiuto violava il principio di corretta amministrazione
in considerazione del fatto che il Consiglio di Stato aveva già ben riconosciuto la fondatezza di un’analoga rivendicazione in favore di altri Docenti (vedi quelli già citati, di Applicazione Tecnica nelle Medie Inferiori).
La questione era in punta di grammatica e sintassi: si ricorreva per la corretta interpretazione dell’art. 17 del D.L. n. 13/76 che riconosceva il diritto dell’inquadramento nel ruolo superiore ai docenti con questo testo: “di materie per il cui insegnamento era richiesto o consentito il diploma di istruzione secondaria di II grado” . Tutta la storia del ricorso era infatti basata sul tempo usato per il verbo “essere”: ’uso della forma verbale al passato (era) secondo gli ITP ed i loro avvocati manifestava che il legislatore aveva inteso semplicemente riportarsi alla situazione esistente all’epoca della legge delega (il cui articolo 16 D.L. 477/73 diceva: (testuale) “è richiesto o consentito”. Per questo, l’Amministrazione stava violando il principio di uguaglianza, nel momento in cui consentiva che docenti con identico livello di titolo di studio fossero trattati diversamente, nelle Medie Inferiori e in quelle Superiori. Per spiegare meglio: il D.L. 477 aveva definito che alcune materie potessero essere insegnate solo da docenti laureati. Ma quelli in servizio, a quella data non era TUTTI laureati, ovviamente. Erano anni in cui a laurearsi erano ancora in pochi, l’élite.
Il ricorso andò avanti lentamente. Attendevamo con ansia gli esiti. Ma il Tar delle Puglie rifiutò con pretesti vari la richiesta (nel 1990). Ad esempio, dichiarò che il ricorso era stato presentato in ritardo, e quindi non era accettabile.
Quindici di quegli ITP pugliesi si ostinarono, e ricorsero in appello, questa volta al Consiglio di Stato (nel 1991). Meglio argomentato dagli Avvocati, il ricorso trovò ascolto al Consiglio di Stato, che dichiarò ammissibile l’estensione del diritto al livello di docenti laureati anche agli TP che avevano fatto i ricorsi. Vi furono ben SEI sentenze, tanti erano stati i ricorsi in appello quell’anno. Il Ministero fu condannato al pagamento delle spese processuali, al pagamento degli arretrati ed alla ricostruzione della carriera a quegli ITP come laureati. la Storia racconta di ben… 174 colleghi ITP che ottennero la vittoria totale. La sentenza non fu mai, però, allargata a tutti gli altri.

Tutto ciò è documentato dai seguenti numeri di Scuola Tecnica: 7, 8, 9/1992.

1992
Quell’anno cambiò il Ministro: Misasi. Cercò di venire ad accordi con gli ITP, pur nel brevissimo permanere in carica. Il suo principale confronto non fu solo con i Sindacati ma anche con un’Associazione che lavorava in quegli anni come sostegno lobbistico ai docenti diplomati. Era infatti l’AID, Associazione Nazionale Insegnanti Diplomati. Come rappresentanza, era forte di almeno 1.000 iscritti, soprattutto docenti diplomati di Steno e di dattilo, oltre agli ITP, ed aveva sede a Roma. Inviava gratis Notiziari, per posta.
Con un documento concertato con l’AID, il Ministro chiese un provvedimento di Legge che, se fosse stato approvato avrebbe portato benefici alla nostra categoria (feb/1992), portando alla completa parità di diritti gli ITP in servizio a quella data. Non chiedeva l’autonomia valutativa ma la possibilità (almeno) di proporre la valutazione al Consiglio di Classe formulandola congiuntamente al docente teorico, sempre mantenendo la compresenza. Inoltre, proponeva la parità di responsabilità didattica e disciplina. Un provvedimento a costo zero, ma di riconoscimento giuridico.
Accettando di negoziare, il Ministro Misasi aveva scritto un testo che non comportasse neppure il minimo costo (non si sdoppiavano le cattedre) e si estendesse solo all’amministrazioni pubblica dell’Istruzione. In questo modo, anche il Tesoro e la Funzione Pubblica non avevano potuto obiettare nulla. Si aspettava solo il parere del Consiglio dei Ministri, quello definitivo, attraverso un Decreto legge o con Disegno di Legge. Credemmo di avere già “in tasca” la svolta delle nostre vite. Invece, ciò che avvenne fu vera “politica”: il provvedimento non passò perché fu cambiato il testo della relazione che lo accompagnava e ciò creava la necessità di farlo tornare indietro per essere riesaminato, la CISL dichiarò che il Ministro Misasi intendeva usare questo provvedimento per suoi scopi elettorali, facendo perdere autorevolezza alla lotta degli ITP, il Governo fu fatto cadere. Peccato, perché si trattava di una richiesta degli stessi sindacati confederali, portata avanti da anni. AID ebbe forti discussioni con la CISL, con il sostegno della CGIl e della Uil.
Fu una fregatura, sul filo di lana. Solo alcuni anni dopo quella stessa formulazione fu accettata dal Governo ed approvata, ed è in vigore.
Tutto ciò è documentato da: Scuola Tecnica, Notiziario AID n. 4-5-6- 1992
La Cisl, l’AID, le altre sigle sindacali iniziarono a diventare la meta preferita di tutti gli ITP d’Italia, che si tesseravano per poter fare un altro ricorso collettivo. Tuttavia, i sindacati sembravano attribuire poche speranze ad un successivo ricorso, perché l’Amministrazione già correva ai ripari, paventando l’enorme spesa che avrebbe potenzialmente dovuto subire nel caso di vittoria da parte di Docenti Diplomati.
Noi ITP, anche quelli NON laureati, eravamo ottimisti. E’ vero che solo i laureati che insegnavano Steno e Dattilo erano stati inquadrati nel 7° livello, e pochi altri ITP, ma… eravamo ottimisti.
L’AID, Associazione Docenti Nazionale Insegnanti Diplomati era convinta che l’Amministrazione avesse perso e quindi avesse l’obbligo di estendere i benefici a tutti gli aventi diritto per pari condizioni rispetto agli ITP vincitori del ricorso. Quindi, depositò alla Segreteria del Ministro la richiesta (agosto 1992). Ebbe dieci minuti, la loro avvocatessa, per presentare la causa. Non si seppe mai la decisione della Corte, dato che il giudizio fu “sospeso”. Evidentemente, immagino, intervennero forze politiche. Cercarono di fare accorpare tutto in un’unica udienza, ama sinceramente non so come andò a finire. Certo, non vi furono risultati positivi.
Tutto ciò è documentato dal seguente numero di Scuola Tecnica: 11/1992.

Ottobre 1992
Sembra uno scherzo, ma vi fu una Sentenza del Tar del Lazio a favore di un ITP laureato che non aveva potuto partecipare ad un Concorsi a Preside.. ma con una motivazione sbagliata. L’ITP che aveva fatto ricorso aveva avuto un parere negativo precedente dal Tar della Calabria che gli avevano negato la possibilità, in ragione del suo ruolo “consultivo” nel Consiglio di Classe che, l’anno successivo, se vincitore del Concorso avrebbe potuto presiedere! Con questo ridicolo giudizio, il Tar Calabria implicitamente riduceva gli ITP solo a “consultati” riducendoli a semplici assistenti al teorico, dandoci tout court un ruolo di sudditanza. Il Tar del Lazio diede parere di annullamento di quella ingiusta sentenza ma specificando che.. poiché almeno tre quarti degli ITP già in quell’epoca insegnava senza compresenza, e quell’ITP era di fatto “autonomo” in classe, poteva fare il Concorso a Preside. Di fatto, il Tar del Lazio divideva gli ITP in due gruppi: quelli “autonomi” e quelli “in compresenza”, con diversità di trattamento. Non era affatto così, la normativa NON ci divideva. Continuammo a chiedere a gran voce il diritto di partecipare ai Concorsi a Preside, per tutti gli ITP laureati, sia in compresenza che non.
Tutto ciò è documentato da: Scuola Tecnica n. 10 ottobre 1992.

1993
Cambia ancora il Ministro: l’On.le Rosa Russo Jervolino, si dichiarò apparentemente d’accordo sull’estensione del diritto dei benefici della sentenza del Consiglio di Stato sul 7° livello per i Docenti ITP in servizio all’epoca. La cosa, purtroppo, NON riguarderà da allora in poi gli altri ITP che ancora non erano in servizio o non erano laureati.
Un altro piccolissimo gruppo di ITP, solo diplomati, di Milano e di Roma, depositò un ricorso attraverso un proprio Avvocato, nel 1993. Io stessa ero uno di quegli ITP diplomati. Facemmo due ricorsi.
La nostra motivazione erano l’estensione del diritto al livello dei laureati per l’estensione del giudicato precedente ed il diritto di uguaglianza, poiché svolgevamo lo stesso insegnamento degli ITP laureati, che non avevano avuto accesso alla graduatoria in virtù del loro superiore titolo di studio, ma per punteggio, come tutti. Il TAR del Lazio impiegò pochi mesi per negarci il diritto, respingendo il nostri ricorso, insieme al Provveditorato “non vi è possibilità di tendere erga omnes l’efficacia di una sentenza pronunciata inter partes”. . Non ci fu bisogno di telefonare a quale liceale, per capire il Latino.
Tutto ciò è documentato :
dalle mie lettere per il ricorso, dalla circ. n. 84 del 26 marzo 1983 prot n. 3288/B/1/a del Ministero Pubblica Istruzione, da A. Pezzotti – LETTERA agli ITP CON allegata richiesta del Ministro Jervolino.
L’AID aveva indetto il blocco degli scrutini da parte degli ITP. Una novità, da parte della nostra categoria. Alcune disparità di trattamento nei confronti degli ITP erano state sanate, vedi ad esempio il riconoscimento della parità di funzione docente per quelli che lavoravano in compresenza, e per i concorsi a Preside. Ma la riforma dei Professionali (Progetto ’92) e le sperimentazioni assistite ed avviate (Ambra, Ergon, …) avevano ridotto ulteriormente il numero di cattedre per gli ITP.
In particolare, furono decimate le cattedre dei settori: Meccanico, Elettrico, Elettronico, Turistico. E’ cosa che è stata presto dimenticata, ma dei 130 indirizzi di studi che c’erano, ne restarono solo 18. Gli ITP che andarono in condizione di esubero forzato furono tra il 30 ed il 40%. Vi ricorda qualche cosa?
Ovviamente, lo Stato cercava di collocare in qualche altro ruolo di docenti sovrannumerari. Alcuni accettarono la mobilità intercompartimentale (andarono a lavorare nelle Amministrazione pubbliche locali, in Inps, Enel, Telecom, ecc) . Per legge, poi si poteva essere spostati ad insegnare un’altra materia, per la quale si avesse titolo di studio adatto, come “utilizzi”. Poi ovviamente vi furono anche i “passaggi cattedra”, qualora l’ITP perdente posto avesse un titolo di studio abilitante, oppure l’abilitazione.
Queste sopra erano le normali possibilità concesse dalle leggi, di solito sufficienti a produrre risultati. Ma non bastarono, in quegli anni. per via dell’enorme numero di perdenti posto.
Per gli ITP sovrannumerari, le richieste della nostra categoria furono anche queste :
riduzione delle ore frontali di servizio a non oltre le 18 settimanali (furono tolte le 3 ore per le manutenzioni dei laboratori e la preparazione delle esercitazioni)
sdoppiamento delle classi, squadre come era già nel Progetto ’92
compresenza di n. 2 ITP per classe, ciascuno per 15 studenti massimo
ripristino di alcune materie/laboratori che erano state cancellati dalla riforma
permettere agli ITP forniti di laurea l’insegnamento in altre classi di concorso anche senza averne l’abilitazione necessaria
avvio dei corsi post diploma previsti dal Progetto Brocca e anche per i Professionali , con impiego di tuti i docenti sovrannumerari anche nei corsi gestiti dalle Regioni.
Corsi di aggiornamento, corsi abilitanti : per il prof teorico sull’uso dei laboratori, per l’ITP sulla teoria.
Dislocazione degli ITP nei laboratori delle Università, per la gestione di Corsi e ore di lezione di raccordo tra Scuola Superiore ed Università.

Il blocco degli scrutini fu revocato, dopo incontri tra AID e funzionari del Ministero.
Non ci fu data alcuna risposta.
Tutto ciò è documentato da: Scuola Tecnica n. 2/1993.
Finisce un’era, ne inizia un’altra.
Dopo decenni di lotte, eravamo finalmente riusciti a farci notare. Non eravamo più semplici assistenti dei Docenti, interagivamo. La situazione non era omogenea ovunque, è pur vero.
In alcuni casi, ancora permanevano sacche di resistenza da parte di ITP che preferivano il ruolo di sudditanza nei confronti del docente teorico, che avrebbero preferito non correggere e valutare esercitazioni e verifiche, non partecipare ai Consigli di Classe ed agli Scrutini.
Ma nella maggior parte dei casi gli ITP erano diventati la spina dorsale di molti Istituti: vicari dei Presidi, responsabili dei rapporti con le aziende del territorio, tutor per il placement aziendale post diploma, dell’Orientamento in entrata ed in uscita, degli Stage e dei Tirocini, dell’Alternanza Scuola/lavoro, collaboratori dei Presidi , votati dai colleghi nelle RSU.

Ma la sensazione generale era che nel giro di pochi anni sarebbe stata messa in discussione la stessa possibilità di permanenza nella Scuola di una larga parte della categoria ITP. E non era ancora l’anno 2000.

Il mio parere, se penso a quel periodo, è che le tipologie e le dotazioni dei Laboratori erano mutati, rispetto al 1948-78.
I prof laureati riuscivano ad utilizzare macchinari che un tempo sarebbero stati loro di difficile utilizzo, alcune materie avevano subito cambiamenti enormi in pochi anni diventando obsolete.
In particolare, l’ingresso del personal computer in tutte le Scuole portò ad un diverso uso dei laboratori.
Materie che prima richiedevano esercitazioni molto complesse potevano realizzarle con maggiore semplicità, anche con maggiore sicurezza grazie alle dotazioni antincendio, antinfortunistiche, eccetera.
Si è trasformato il luogo “laboratorio”, si doveva trasformare anche l’ITP.

Ma gli ITP, tranne sporadici casi, si erano allontanati dalla lotta di categoria. Gli anni seguenti furono statici. Gli ATA Aiutanti tecnici, invece, vedevano rinnovati ed ampliati i loro ambiti. I Sindacati videro la diminuzione di tesserati, di iscritti.

Vogliamo parlare della Riforma Moratti? Io no. Non so voi. Ho scritto queste cose per voi, perché penso che siate più giovani di me, e non sapeste il nostro glorioso passato.
Ho scannerizzato tutti i documenti citati e li ho mandati a Liliana Liborio, Liborio Butera, Filippo Rizzo, perché ne resti qualche copia in giro. Non si sa mai.

Non sono io quella che deve raccontare ciò che è successo dopo, ma i benemeriti ITP del Coordinamento Nazionale ITP e del gruppo su Facebook “Io sto con gli ITP”.
Voi che mi leggete, se avrete la pazienza di farlo ovviamente, sapete già che i primi sono stati dei formidabili aggregatori di notizie. Senza di loro, non saremmo mai riusciti a conoscere cosa si diceva di noi sui media, quali normative ci tutelavano, cosa progettava contro di noi il Ministero od il Governo in carica. Raccoglievano articoli di stampa, diffondevano mansionari e buone prassi. Pubblicavano sui media. Una rivoluzione: un nuovo modo di coniugare comunicazione e politica.
Famosi anche presso il MIUR, vennero perfino consultati “a corte”: in una audizione fu chiesto loro cosa pensassimo dei tagli della Riforma Gelmini, della didattica laboratoriale. Che non abbiano tenuto conto di molte della richieste è solo una parte del fatto, la meno importante. L’altra, è che li riconobbero come interlocutori, addirittura come una lobby. Chapeau!
Senza di loro, non sarebbe nato neanche il gruppo su FaceBook, che è riuscito a far dialogare gli ITP di una stessa materia ed in città diverse, arricchendoci di esperienze e notizie. La comunicazione non era più unidirezionale, ma era diventata come le maglie di una rete.
Chi sul telefono, chi sul computer, ogni giorno riceviamo notizie sui Decreti Legge, sulle proposte e gli emendamenti. Una cosa che non sarebbe mai stata possibile, prima. Non si mai vista tanta conoscenza giuridica, legale, tra gli ITP.
I nostri prossimi passi sono sviluppati, oltre che nei Sindacati per chi ne fa parte, soprattutto nel gruppo “Io sto con gli ITP”, che ha un ottimo ITP, come moderatore, politico, tecnico, direi anche … factotum.
Con questo blog, siamo tornati ad una comunicazione unidirezionale, ma che si sovrappone bellamente all’altra, a rete.
Per ora, gli ITP sono “alla finestra” ed attendono, ama nel frattempo i legami si sono fatti più stretti. Le forme di lotta che si potrebbero assumere in futuro, potenzialmente potrebbero vedere un coinvolgimento di un numero molto maggiore di ITP, rispetto al passato.
La terza lettera di ITP, forse vuole dire “pensanti”.

Professoressa Tea Vergani