ALZANO la voce i docenti di laboratorio per ribadire unicità e specificità del loro ruolo, rimarcando l’importanza di un insegnamento che nelle scuole affianca alle competenze pluridisciplinari le abilità tecniche volte alla gestione degli strumenti didattici dei laboratori.
Una categoria, gli insegnanti tecnico pratici, che è stata declassata all’indomani della riforma degli istituti tecnici e professionali, che hanno visto fortemente ridimensionato il loro ruolo, sebbene la riforma della scuola consideri prioritaria e fortemente formativa l’attività di laboratorio.
Se ne è parlato a Lamezia Terme, alcuni giorni fa, nel corso di un incontro alquale hannopartecipato gli aderenti al comitato spontaneo degli ITP (insegnanti tecnici pratici) Calabria, che hanno proposto di integrare il documento nazionale degli insegnati di laboratorio in modo da superare la compresenza col docente “teorico”, modificando i nuovi quadri orari e le linee guida in modo da affidare le attività di laboratorio al solo docente tecnico pratico, capace di integrare conoscenze pluridisciplinari e competenze metodologiche relativeai diversiinsegnamenti diindirizzo tecnico-professionale.
«Sono anni, ormai, che assistiamo ad una vessazione verso la nostra figura, dal ministero in primis e da parte di molte figure della scuola e di molte organizzazioni riconosciute in secundis – ha osservato la professoressa Teresa Sicoli, nella sua relazione di apertura del convegno – la riforma Gelmini però, stasera è degna di nota!
E non aggiungo altro. È sotto gli occhi di tutti che con la decurtazione del 75% del monte ore dell’attività di laboratorio e dellacancellazione totale di ore per alcune classi di concorso della tabella C, l’intera categoria ITP cadesse nella più misera condizione lavorativa di tutti i tempi, con 3334 soprannumerari».
La docente, successivamente, hadelineato l’importanza delruolo e delle capacità progettuali dei docenti di laboratorio, che per recuperare il taglio ordinario, per mano della riforma, alle attività laboratoriali sono costretti a ricorrere alla straordinaria attività progettuale per arricchire il piano dell’offerta formativa con le attività pratiche.
Sulle novità in tema di organici e riqualificazione del personale in esubero è intervenuto il professore Giuseppe Cavallo, per il quale siamo di fronte ad una situazione complessa, scaturita dai tagli ai quadri orari dei tecnici e professionali previsti dai decreti di riforma della scuola secondaria, nonostante la stessa esalti l’attività laboratoriale e l’importanza delle competenze da acquisire per mezzo delle applicazioni pratiche. Il docente si è soffermato sulle imprecisioni del comma 81 dell’articolo 4 della legge 183 (legge stabilità 2012), che confonde la figura del docente di laboratorio con quella dell’assistente tecnico equiparando il ruolo del docente con quello ATA (assistente tecnico amministrativo).
Inoltre, ha evidenziato potenzialità e incertezze dell’organico dell’autonomia (bozza decreto semplificazioni) evidenziando le diverse interpretazioni dall’organico funzionale all’autonomia della singola scuola ma anche di reti di scuole e all’ambito provinciale.
Nel dibattito sono intervenuti tra gli altri il professore Antonio Pirrotta che ha proposto la modifica del documento nazionale per il riconoscimento giuridico e in futuro, anche, economico della autoformazione specifica; e la professoressa Cristina Cotroneo sull’introduzione delle attività laboratoriali, curate dai docenti tecnico pratici con modalità specifiche e tenendo cura delle finalità formative del ciclo primario, anche, nel primo ciclo d’istruzione.