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    Categories: scuola

Ecco le linee guida degli istituti tecnici e professionali per il secondo biennio e per il quinto anno

Erano attesissimi, finalmente sono state pubblicate le linee guida degli istituti tecnici e professionali e del quinto anno. Tali direttive sono state firmate il 16 gennaio 2012

Potete scaricarle cliccando questo [LINK]

Liborio Butera:

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  • LA SEMPLIFICAZIONE IMPOSSIBILE DELLA SECONDARIA SUPERIORE
    30 novembre 2011, Sala delle Comunicazioni, secondo piano del Ministero di Viale Trastevere, la solita (analoghe riunioni ci sono state a giugno e a luglio) ottantina di persone sono riunite ad ascoltare per due ore gli addetti ai lavori (dirigenti ministeriali, funzionari, ispettori, dirigenti scolastici) della riforma Gelmini della secondaria superiore. La platea è composta da rappresentanti dei sindacati scuola, di quelli generali, delle associazioni professionali ( tra cui la nostra), delle associazioni disciplinari, delle associazioni imprenditoriali, dei collegi e ordini professionali e chi più ne ha più ne metta, riuniti, tutti insieme appassionatamente, ad ascoltare due ore di relazioni varie che, per la verità e senza voler offendere nessuno, testimoniano più il lavoro (anzi il lavorio) che i risultati ottenuti. Quando si dice il dialogo sociale!
    L’oggetto dovrebbero essere le linee guida per il triennio ( 2 anni + 1 per l’esattezza) conclusivo degli istituti tecnici e professionali. Di quelle del biennio si era già parlato, allo stesso modo e con la stessa “oceanica” platea, nelle precedenti riunioni. Le relazioni insistono sul solito leitmotiv: la laborialità …., che non sono i laboratori …, le linee guida …., che non sono programmi e non sono prescrittive ecc. ecc.
    Nell’ora di dibattito, che seguirà le due ore di relazione, solo il rappresentante della FLC farà notare che, con l’aria di crisi che tira e con lo spostamento di “significati” che il lungo lavorio ha prodotto, le cose sono ben poco chiare e c’è il rischio che le linee guida del triennio trovino lo stesso disinteresse dei collegi che sembra avere accolto in questo scorcio d’anno quelle del biennio, già di per sé arrivate un anno dopo la prima attuazione e senza che nessuno si sia preoccupato di verificarne, se non l’applicazione almeno l’attenzione da parte delle scuole.
    Ma il pezzo più interessante non è il bla bla sulle linee guida, ormai arrivate al traguardo, è l’appendice che il MIUR ha posto all’ordine del giorno originario: le nuove opzioni per il triennio. Leggi i nuovi 21 “indirizzi de facto” di quella che doveva essere la flessibilità e che invece è già diventata e diventerà ancor di più per le scuole la tradizionale richiesta di introdurre indirizzi sotto la specie di pacchetti orari preconfezionati (dal MIUR) multisciplinari e triennali .
    Si va dalla restaurazione di fatto del nautico e dell’aeronautico a nuove e più specialistiche finalità, c’è persino la tecnica dell’occhiale, opzione dell’indirizzo meccanico dell’istruzione tecnica, da non confondersi con l’ottico, articolazione dell’indirizzo socio-sanitario del settore servizi dell’istruzione professionale, già precedentemente definita.
    Insomma i percorsi della secondaria superiore (licei compresi) diventano così 71, praticamente quanti ce ne erano prima in termini di ordinamento (escluse le sperimentazioni, la maggior parte delle quali tuttavia replicavano in forma più moderna indirizzi di ordinamento), se non di più.
    Altro che la semplificazione di cui parlava tanto la Gelmini!
    Come diceva? 6 licei, 11 indirizzi tecnici, 5 professionali? Il suo ultimo colpo di coda sembra proprio aver fatto strame di tutto ciò!
    Il MIUR si giustifica dicendo che le richieste arrivate erano più di 60, secondo una versione, o più di 80, secondo un’altra.
    Naturalmente ciò non basta a qualcuno dei presenti che nel dibattito che segue lamenta la dimenticanza di qualche opzione richiesta o di qualche disciplina a suo avviso trascurata. Ma i più sembrano ossequiosamente condividere il tutto o accettarlo con un enigmatico silenzio e una passività altrettanto enigmatica. Infatti, pur con una platea così vasta, gli interventi sono solo una dozzina.
    Sembra sfuggire la contraddizione che c’è tra l’eccesso di specialismi che emerge da questa ulteriore dovizia di percorsi e il fatto che i titoli di uscita dagli istituti tecnici e professionali siano stati declassati da titoli professionalizzanti a diplomi pre-professionalizzanti. Allo stesso modo sfugge la asimmetria che si viene a creare tra la particolarità di alcune opzioni (vedi quella citata di tecnica degll’occhiale, ma ce ne sono anche altre) e la genericità nominale di alcuni indirizzi (si pensi ad esempio ai professionali per l’industria e artigianato, che sotto una stessa denominazione raccolgono chi vuol diventare sarto e chi meccanico).
    Le nostre domande hanno riguardato queste contraddizioni. Ma non hanno trovato risposta.
    (da newsletter Proteo di dicembre 2011)

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