Il decadimento degli istituti tecnici e professionali italiani, che erano il fiore all’occhiello della cultura tecnica italiana, poichè sfornava i migliori tecnici professionisti e i migliori operai
qualificati.Dalla Moratti in poi, anzì direi, dalla Iervolino in poi, è iniziato un lento e inesorabile decadimento della preparazione degli studenti che frequentavano queste scuole con riforme che anzicchè migliorare la preparazione in ambito tecnico introducevano elementi di confusione e di dispersione dei saperi.
Dall’’a.s.1988/89 prese avvio negli Istituti Professionali il Progetto ’92 come sperimentazione assistita, andata a regime come nuovo ordinamento nel 1994, con un potenziamento delle discipline teoriche e un depotenziamento delle specializzazioni professionali.
Nella 14sima e 15 legislatura (2001-2006), la Moratti formulò il suo desiderio di abolire sia i tecnici che i professionali con la riforma dei licei che fortunatamente non ebbe attuazione, ma portò un deflusso delle iscrizioni dai tecnici e dai professionali verso i Licei soprattutto verso quello Scientifico, gli effetti sono ancora visibili, dimostrabili e riscontrabili anche oggi.
Con falsità e demagogia, la Gelmini, ha affermato «L’istruzione tecnica e professionale è alla base della lotta contro la disoccupazione giovanile e del raggiungimento degli obiettivi di
Europa 2020 per ridurre l’abbandono scolastico sotto la soglia del 20%. Occorre un’offerta formativa innovata».Andando a propagandare nella “Sua” riforma “Epocale”, con la frase Più laboratori per i nuovi tecnici.
In realtà vi è stato una massiccia riduzione delle discipline di laboratorio che affiancavano alla teoria sia abilità che competenze progettuali e professionali.
La cosa più indegna è stata la propaganda di questo governo che ha affermato attraverso l’INDIRE, che gli Istituti tecnici e professionali sono una risorsa per il futuro.
Ma quale risorsa per il futuro, quando si riducono sino al 50% le attività formative di laboratorio, laboratori dove gli studenti avevano la possibilità di risolvere casi concreti di problemi inerenti al settore professionale di appartenenza, come la progettazione e realizzazione di impianti, sia a livello civile che industriale, che potevano sperimentare nuove tecnologie applicate sul campo, legate si ai concetti teorici, ma applicabili e dimostrabili sul campo.
Le attrezzature e i materiali di molte scuole tecniche e professionali investiti in tanti anni andranno perse così come andrà persa buona parte della preparazione tecnica degli allievi, ma anche dei docenti, che oggi ricoprono i più disparati compiti nelle scuole, spesso trovandosi relegati negli uffici tecnici o a disposizione della scuola, alcuni persino a sostituire i docenti di sostegno. Un umiliazione per un intera categoria, i meno fortunati sono stati sbattuti fuori dal sistema scolastico.
Cordialmente in amarezza
Coordinamento ITP- Catania
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