E’ partita contemporaneamente la campagna ministeriale per prevenire lo stress calorico: “La temperatura dell’aria diventa un rischio – scrive QN di oggi, che all’argomento dedica un ampio servizio – quando supera per almeno tre giorni i 30°C e si associa a umidità elevata, che ostacola la sudorazione”. Tra i sintomi più comuni: mal di testa, vertigini, nausea, debolezza e crampi muscolari, tutti campanelli d’allarme per un problema che potrebbe aggravarsi con il persistere del caldo. La temperatura però incide anche sulla conservazione dei cibi, come spiega il Corriere Salute di domenica: pizze e panini imbottiti si conservano a temperatura ambiente per non più di due ore, i primi freddi non oltre un’ora e in frigo per non più di due giorni; evitare carni, pesce e uova cruda e evitare la maionese fatta in casa con uova crude; carne e pesce già cotti in frigo resistono per tre giorni, ma devono poi essere sempre riscaldati bene; i salumi si conservano 48 ore una volta affettati così come i formaggi freschi, mentre quelli stagionati non comportano particolari problemi; prudenza infine anche con la macedonia, da consumare in un giorno, e con i dolci fatti in casa da consumare entro tre giorni.
via Club di Papillon