E’ appena entrata in vigore una contestata direttiva Ue che mette al bando le erbe medicinali non registrate e certificate. Così anche piante ed erbe considerate come medicinali hanno bisogno di determinati test di sicurezza. Dalla norma sono esclusi i prodotti di erboristeria, gli estratti vegetali e quelli utilizzati come integratori alimentari elaborati con piante officinali. I medicinali vegetali tradizionali da registrare devono invece fornire prove di utilizzo terpeutico del prodotto da almeno 30 anni di cui 15 nella Ue e seguire un percorso di documentazioni che costa dai 5 a 20mila euro a titolo. Secondo i detrattori della norma, però, la cifra è in realtà 10 volte superiore e favorirebbe gli interessi della grande industria nei confronti dei piccoli produttori. La norma viene accolta con favore da alcuni farmacologi come Silvio Garattini che su La Stampa di domenica commenta: “Naturale non significa automaticamente buono”, mentre sulle stesse pagine arriva la contestazione di Carlo Bogliotti: “Rischiamo di perdere saperi ancestrali”.
via Club di Papillon
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