Durissima la lettera/invito di fine anno dei COBAS – Scuola, riportiamo qui alcuni passaggi signignificativi: “La riforma Gelmini, i tagli di Tremonti, la legge Brunetta, l’Invalsi, la premialità ecc.. sono stati argomenti che hanno impegnato i Cobas in questo difficile momento che sta attraversando tutto il paese. Ormai l’obiettivo è chiaro a tutti/e: demolire la struttura della scuola pubblica, ridurre la scuola dell’infanzia a parcheggio, cancellare definitivamente tempo pieno e prolungato, privatizzare totalmente l’istruzione tecnica e professionale subordinandola alle aziende”.
Nella lettera il sindacato di base denuncia anche che “il contratto è scaduto da più di un anno, hanno bloccati gli scatti di anzianità (grazie a Cisl, Uil, Snals, Gilda, Ugl), hanno eliminato la buonuscita ricattando i lavoratori della scuola ad aderire al fondo pensioni Espero (ulteriore truffa voluta da Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda). Contemporaneamente si accelera la mobilità e la precarizzazione di docenti ed ATA, frammentandoli in mille figure differenziate (e in particolare ingigantendo la gerarchizzazione e l’esternalizzazione del lavoro ATA) unificate dalla comune insicurezza del posto di lavoro“.
“Noi ci siamo battuti – leggiamo ancora – sempre con la massima energia contro la frammentazione della scuola pubblica, contro la sedicente “autonomia scolastica” che sta vincolando docenti ed ATA a quell’orrenda logica aziendale che ha prodotto il proliferare di “progetti” che hanno svilito la qualità e l’unitarietà dell’istruzione e del ruolo educativo della scuola, mettendo in confitto tra loro i lavoratori/trici, grazie all’uso ricattatorio dei soldi del fondo d’Istituto. Conseguentemente, abbiamo lottato per impedire la perdita di poteri degli organi collegiali, l’ingigantimento dell’arbitrio e del dominio dei capi d’istituto, l’instaurarsi di una contrattazione sindacale frammentata scuola per scuola.
Ma tutti i governi degli ultimi anni, con l’attiva compartecipazione dei sindacati “maggiormente rappresentativi”, hanno imposto alla scuola italiana questo processo degradante che sta colpendo l’istruzione intesa come percorso complesso di formazione di cittadini/e in grado di “leggere il mondo da soli”, cioè di interpretare adeguatamente la realtà circostante, sociale, economica, culturale e politica, e capaci di evitare l’incombente destino di “merce” flessibile, precaria e senza pretese a disposizione dell’apparato economico e produttivo”.
La conclusione è quasi un grido di allarme e di aiuto: “noi Cobas della Scuola siamo insegnanti e ATA, che lottiamo per la difesa della scuola pubblica, senza distacchi e senza emolumenti; abbiamo bisogno di diventare rappresentativi per poter sedere al tavolo delle trattative e difendere meglio la scuola pubblica e il personale, per ottenere la rappresentatività occorre che VI SIANO PIU’ ISCRITTI AL NOSTRO SINDACATO AUTORGANIZZATO“.
La conclusione spetta a noi: pensate quanto è importante se non addirittura necessario che un sindacato di base come i COBAS della Scuola sia necessario, se ne condividete le lotte dategli forza.