1. L’attuazione della terza tranche del taglio degli organici 2011/2012 (19.700 posti di lavoro per i docenti e 15.000 posti ATA a livello nazionale) conferma la volontà del governo di completare il processo di licenziamento dei lavoratori e di distruzione della scuola pubblica.
Le comunicazioni ufficiali del Ministero ai sindacati di categoria dicono di circa 1.200 docenti in meno in Piemonte. Non meno pesante sarà il tributo del personale ATA al piano di “razionalizzazione” del duo GELMONTI.
Pertanto è assolutamente necessaria la nostra vigilanza come RSU e lavoratori della scuola sui processi che portano alla richiesta delle classi e degli organici da parte dei dirigenti.
I dati sugli organici, in palese violazione delle norme contrattuali, non sempre vengono forniti alle RSU. E’ bene ricordare che si tratta di un obbligo contrattale dei dirigenti scolastici e che, nel passato, alcuni di loro che non lo avevano rispettato sono stati condannati per attività antisindacale.
Talvolta i comportamenti omissivi dei dirigenti sull’informativa relativa agli organici sono strettamente connessi ai problemi di sicurezza, che insorgono per il sovraffollamento delle aule conseguente all’aumento del numero di allievi per classe. La campagna sulla sicurezza degli edifici scolastici e per classi poco numerose resta al centro della nostra iniziativa per cui segnaliamo, perché i colleghi ne diano la massima diffusione, la seguente notizia: un dirigente scolastico di Bologna è stato denunciato alla procura della Repubblica di quella città, a seguito di un sopralluogo dei Vigili del Fuoco, perché aveva nelle classi più allievi della capienza delle aule. Di fronte a questa denuncia, che ha risvolti penali, il coordinamento
dei dirigenti scolastici ha richiamato i colleghi ad un rigoroso rispetto delle normative di sicurezza e l’associazione delle scuole bolognesi ha segnalato all’Ufficio scolastico, che spinge a fare le classi più numerose, che non si può usare solo il parametro numerico e che le norme di sicurezza sono prioritarie.
(http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cronaca/2011/8-marzo-2011/troppi-allievi-aule-preside-arriva-denuncia-190178806083.shtml)
2. L’attuale maggioranza in Regione Piemonte si sta occupando con solerzia di “diritto allo studio” come lo intendono loro. Nei prossimi giorni sarà in discussione in consiglio regionale la proposta di legge Vignale n. 20. Questa proposta, modificando il precedente assetto legislativo, intende spostare ingenti risorse (decine di milioni di euro) verso le scuole private per consentire loro di rinnovare le strutture e abbassare le rette. Tutto questo mentre Gelmini e Tremonti privano la scuola di Stato perfino dei fondi per il funzionamento ordinario. Con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica in merito, si è costituto un comitato che ha stilato un appello (In allegato) al quale il Coordinamento ha dato adesione e la cui diffusione sarà effettuata a partire dalla manifestazione in difesa della scuola e della costituzione di sabato 12 marzo.
3. Si decide di dare l’adesione del Coordinamento alla manifestazione del 12 marzo e di essere presenti con il nostro striscione in piazza Castello. In un comunicato stampa si esprimeranno non solo le ragioni della difesa della scuola pubblica, sulle quali da sempre ci muoviamo, ma anche la sollecitazione che quella manifestazione segni l’avvio di una reale difesa della scuola condotta tramite azioni concrete di opposizione e di lotta piuttosto che con le generiche dichiarazioni di sostegno, cui ci hanno abituato alcune organizzazioni politiche e sindacali che, in altre sedi, mostrano invece un sostanziale appoggio ai provvedimenti governativi (vedi comunicato inviato l’11.3.2011).
4. Si discute delle prove INVALSI estese alle classi seconde delle scuole superiori. I diversi interventi mettono in evidenza come la circolare n. 151 dell’USP Torino del 7.3.2011, che interviene in merito all’obbligatorietà stessa delle prove, conforti la tesi già espressa nel documento del nostro coordinamento: l’obbligatorietà delle prove invalsi non coincide con l’obbligo dei docenti a somministrarle, correggerle, tabularne i dati, predisporne l’invio. La circolare del dirigente dell’USP Militerno sostiene in una riga e mezza: “Gli adempimenti rivestono carattere obbligatorio e spetta al Dirigente Scolastico garantire la corretta realizzazione delle prove”. Si tenta, cioè, di trarre motivazioni dal parere (certamente di parte) espresso dall’Avvocato di Stato Laura Paolucci in tre lunghe cartelle; lo stesso parere, invece, viene trascurato laddove l’organo giurisprudenziale dello stato sostiene l’esclusiva “…competenza dell’INVALSI a
distribuire agli studenti test per la verifica delle conoscenze e abilità degli stessi…” Continua infatti l’avv. Paolucci “La collaborazione richiesta alle istituzioni scolastiche può essere di tipo meramente materiale nei limiti delle determinazioni variamente adottate dall’INVALSI: distribuzione dei test, vigilanza durante lo svolgimento, raccolta e spedizione, ecc. Nel corso degli anni, peraltro, l’INVALSI ha ridotto le attività richieste in proposito alle istituzioni scolastiche, ad esempio affidando, in tutto o parzialmente, l’attività di somministrazione dei test e di vigilanza durante lo svolgimento della prova non ai docenti in servizio presso le scuola, ma personale esterno.
E poi aggiunge: “L’INVALSI potrebbe, volendolo, “scavalcare” completamente le istituzioni scolastiche nella realizzazione della propria funzione istituzionale, decidendo di somministrare le prove in un “luogo” diverso dalle sedi e dai plessi scolastici: una simile scelta sarebbe più “complicata” dal punto di vista organizzativo e certamente più costosa, ma sarebbe compatibile con la normativa sopra ricordata.”
In realtà l’obiettivo che si vuole raggiungere attraverso l’interpretazione dell’avvocato dello stato è la rimozione della competenza didattica dei Collegi sulle prove, destinando alle scuole solo un possibile aspetto di collaborazione all’autonomo processo dell’INVALSI. L’interpretazione è fortemente contestabile: le prove non si esauriscono nel momento della somministrazione, ma avviano tutto un processo di preparazione, di acquisizione di abilità ai test, di ricadute psico-emotive che, in quanto strettamente didattico, rientra in modo specifico tra le competenze dei Collegi.
Riguardo poi al contesto in cui sono inserite le valutazioni INVALSI ed alle reali finalità perseguite dal ministero, appare illuminante l’auspicio di Paolucci: “…che si possa passare dalla valutazione della “qualità complessiva del sistema educativo” alla valutazione di ciò che è ad essa strumentale, in termini di prestazioni professionali del personale docente e dei dirigenti scolastici, ciascuno nell’ambito della specificità delle rispettive competenze.”
Si è quindi stabilito di proseguire operativamente il lavoro nelle scuole:
1. continuando a monitorare attraverso le RSU od i colleghi disponibili il quadro della formazione classi;
verificando che le richieste inserite a sistema tengano conto della capienza delle aule, degli allievi disabili, ecc. Si rammenta che i dati sulla formazione classi e determinazione organici, ai sensi dell’art.
6 CCNL 2006/2009 comma 2a, fanno parte dell’informazione preventiva dovuta dai dirigenti, la cui non ottemperanza pone un limite all’esercizio delle prerogative sindacali ed è perseguibile per attività antisindacale ai sensi dall’art. 28 dello Statuto dei Lavoratori;
2. proseguendo, mediante assemblee di confronto con i colleghi, il percorso critico e di contrasto ai temi cari al ministero della qualità, del merito ed al perverso meccanismo di valutazione delle prove invalsi.
Il Coordinamento si riconvoca orientativamente a fine marzo – inizio aprile; data e sede saranno oggetto di successiva comunicazione.