Combattere la crisi del cibo è possibile. Su Repubblica un ampio articolo di Maurizio Ricci riprende le teorie che spiegano come sarà possibile battere la fame anche quando – intorno al 2050 – toccheremo i 9 miliardi di abitanti. La vera sorpresa è che la strada da percorrere non sarà quella dell’agribusiness e quindi l’aumento delle rese tramite la tecnologia, ma più probabilmente quella di un’agricoltura organica e sostenibile che significa meno fertilizzanti e meno irrigazione. Accanto a questo però dovrà esserci un radicale cambiamento nelle abitudini alimentari a partire dalla carne: secondo ActionAid infatti ogni anno 760 milioni di tonnellate di cereali (ovvero un terzo della produzione mondiale) finiscono nelle mangiatoie, utilizzati in gran parte per gli allevamenti intensivi mentre, soprattutto nei paesi poveri, l’alimentazione dei bovini allo stato brado non incide nella produzione cerealicola perché interessa terreni marginali e adatti al pascolo.
via Club di Papillon
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