La Francia apre in Europa la battaglia contro la liberalizzazione dei vigneti decisa in sede europea, nel 2009, dall’Organizzazione comune di mercato (Ocm) e prevista entro il 2015. Le conseguenze delle vigne libere sarebbero quelle di far saltare i paletti introdotti nel 1972 per limitare l’estensione dei filari, che oggi consente di mettere a frutto i vigneti solo in terreni già in passato destinati a quella coltura, rioccupando vigne dismesse. La preoccupazione maggiore è quella del rischio di sovrapproduzione e di conflitto tra vecchi produttori e nuovi, anche se attualmente i vigneti più importanti sono blindati da regolamenti locali. Tra i pareri esposti sul Corriere della Sera di oggi nell’articolo di Marisa Fumagalli c’è anche quello di Angelo Gaja che sostiene la blindatura soprattutto per le Docg, lasciando libere le produzioni dei vini da tavola. La richiesta comune di produttori e associazioni è nel frattempo che anche l’Italia si impegni per mettere in campo strategie efficaci per affrontare la questione. Intanto sempre in ambito di vini sulle pagine de Il Sole 24 Ore di domenica esce la notizia del sorpasso dei vini rossi da parte di quelli bianchi che coprono ormai il 60% dei consumi internazionali. Tra i top five del 2010, al primo posto il Pinot Grigio con una quota di circa 70 milioni di bottiglie dirette per il 90% all’estero.
via Club di Papillon
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