Per il 2011/12, ultimo anno del triennio in cui sono previsti i tagli, dovranno essere cancellati 19.700 unità di docenti e 14.167 ATA.
Per il prossimo anno scolastico la ripartizione dei posti, che dovrà attuare la terza tranche di tagli, sarà effettuata tenendo conto prevalentemente della previsione sul numero degli alunni (– 2.700 nella primaria, + 12.300 nella secondaria di primo grado, – 4.000 nelle secondaria di secondo grado, per un totale complessivo pari a circa + 5.400 unità) e sulla base anche degli altri indici oro-geografici utilizzati in questi anni.
Una parte dei suddetti risparmi di organico sarà realizzata con:
1. l´innalzamento di 0,10 unità nel rapporto alunni/classi;
2. l´estensione a 27 ore settimanali previste dalla riforma nelle classi I, II e III, con l´adozione del “maestro unico”;
3. l´ulteriore eliminazione di 4700 docenti specialisti di lingua Inglese nella scuola primaria;
4. la riduzione a 32 ore dei quadri orari settimanali delle III classi dell´istruzione professionale;
5. i tagli di 3000 posti nei corsi serali della secondaria di II grado.
Nella primaria il tempo pieno già attivato sarà riconfermato, altrettanto dicasi per il tempo prolungato nella secondaria di primo grado; per le nuove richieste invece non si sa ancora niente.
Nella scuola primaria la riduzione prevista è pari a 9.260 posti, nella scuola secondaria di primo grado 1.310 posti per effetto, prevalentemente, della riduzione delle classi a tempo prolungato. La riduzione riguarderà poi la scuola secondaria di secondo grado per un totale di circa 9.000 posti per effetto dei nuovi ordinamenti applicati sia alle prime che alle seconde classi, per la riduzione a 32 ore nelle V° classi dell’istruzione tecnica e nelle III° classi dell’istruzione professionale, per la riduzione dei corsi serali e per l’innalzamento ulteriore del rapporto medio degli alunni per classe. Infine, per il sostegno, in organico di diritto si prevede la conferma dei posti complessivi assegnati nello scorso anno.
Ad attenuare questo drammatico scenario è l’alto numero di richieste di pensionamento per il prossimo anno scolastico: quasi 35mila, di cui 27.400 per i docenti e 7.300 per gli ATA.
Insomma, si configura un ulteriore aggravamento delle condizioni di lavoro e studio in tutta la scuola pubblica se solo pensiamo all’intenzione di tagliare altri 15.000 posti Ata, se per l’anno in corso lo stesso Miur ha dovuto autorizzare 2.200 posti in deroga per garantire il servizio e l’apertura stessa delle scuola.
Incredibile anche la riduzione di docenti (attraverso il mancato rinnovo del turnover) a fronte di una crescita degli alunni pari (secondo il Miur) a 5.400 unità, che non potrà che comportare un calo della qualità dell’istruzione.
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