Via libera dell’UE all’olio “deodorato“. L’Unione Europea infatti ha dato il via libera a un regolamento, in vigore dal 1° aprile (ma non è, ahinoi, un pesce d’aprile), che permetterà un massiccio innalzamento di alchil esteri, ovvero dei composti chimici caratteristici dei prodotti di bassa qualità. Ne parlano il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore dopo l’allarme lanciato da Carlin Petrini: “Così arrivano in Europa – ha spiegato il presidente di Slow Food – oli di dubbia qualità, poiché un olio ottenuto da olive sane e spremute subito dopo la raccolta contiene al massimo 10 – 15 mg/kg di alchil esteri” a fronte del nuovo regolamento che alza l’asticella a 150 mg/kg. Immediate le proteste della Cia e della Coldiretti, che ha ricordato i recenti sequestri del Nucleo Agroalimentare Forestale di Roma proprio a danno di oli deodorati.
(Lo diciamo a chiare lettere: questa è l’Unione europea che deploriamo, questa è l’immondizia degli affari che si fanno come sempre lontano dai Paesi, dove le torbide lobby degli affari impongono i loro commerci facendoli diventare leggi. Questi sono i motivi di una battaglia che nasce dall’esasperazione. Ma a Bruxelles c’è qualche rappresentante italiano? E se c’è, che fa? Se ci fosse o se lo conoscete, chiedetegli di battere un colpo, prima di scordarsi per sempre il voto, ma non solo a lui, ma a tutta l’Unione Europea)
via Club di Papillon