L’agricoltura insegna il buongoverno, questo il titolo dell’editoriale di Ernesto Ferrero su La Stampa di sabato che racchiude un’idea da cui si dovrebbe partire anche oggi e che sintetizza così: “Oggi occorre ripartire dalla terra come momento fondamentale di conoscenza, crescita e di autoformazione.” Il tutto è spiegato raccontando le vite di Cavour, Einaudi e Mario Calvino, padre di Italo. Il primo fu imprenditore agricolo a partire dal 1835 sino alla sua discesa in politica. Teatro della sua cresciata morale fu la tenuta di Leri nel Vercellese, dove produceva riso, fieno e letame. Einaudi, altro padre della patria, nonostante la cattedra di Scienza delle Finanze, acquistò la tenuta San Giacomo e con spirito di sacrificio lavorò spalla a spalla con i suoi contadini e vignaioli. Calvino, invece, nelle terre liguri, fu agronomo specializzato in culture tropicali, scienziato, educatore, divulgatore, sociologo, missionario, pubblicista in tempi e luoghi diversi. La sua idea era che “il bravo agricoltore prima di tutto deve coltivare se stesso”. Ma questi sono solo alcuni degli interessantissimi cenni storici sull’argomento che Ferrero ha anche presentato sabato all’inaugurazione del 226° anno accademico dell‘Accademia di Agricoltura di Torino.
via Club di Papillon