Comitato d’agitazione permanente delle scuole biellesi – La meritocrazia? Non esiste!
Prima di iniziare la discussione su “meritocrazia e valutazione” siamo stati costretti ad affrontare il voto dei Consigli di Istituto sul documento del Comitato che, tra le altre cose, blocca le visite di istruzione.
All’IIS si è stravolto il documento facendo diventare “interpretabile” la delibera del Collegio dei docenti, in questo modo il capitolo di spesa relativo alle Visite di istruzione non è stato né congelato né stornato, poiché non si faranno solo le visite che non troveranno accompagnatori !!
Come si sa il blocco delle visite ha il solo scopo di mettere in crisi il turismo scolastico per esercitare una pressione indiretta sul ministero e crediamo che vada chiarito che le delibere del Collegio dei Docenti sono vincolanti oppure gli insegnanti si potrebbero sentire nelle condizioni di poter non ottemperare ad altre scelte fatte dallo stesso Collegio!
Questa discussione ci ha portato alla necessità di allargare il confronto con la società per non isolare le lotte della scuola: lo sciopero del 28 gennaio insieme ai metalmeccanici, agli studenti potrebbe essere un punto di partenza per avviare, anche nel biellese, un confronto con altri soggetti sociali in lotta o sensibili e costruire un coordinamento capace di divenire “opposizione sociale agente”.
Si è avviata la discussione su merito, valutazione e reclutamento.
Siamo tutti consapevoli che questa “sperimentazione ministeriale sulla valutazione del lavoro docente” sia una trappola per dividere e mettere in competizione i lavoratori, per ridurre la spesa producendo aumenti salariali solo per quei docenti che vengono considerati “meritevoli” lasciando gli altri al palo!
Siamo convinti che questa vada fermata fino a quando la politica, e in particolare questo governo, non prendano atto della necessità di rifinanziare la scuola per renderla migliore e adeguata.
Pare che la Regione Piemonte abbia deciso di estendere la “sperimentazione” a tutte le scuole della regione: dobbiamo tenerci pronti per votare nei Collegi dei docenti, contro a questa ipotesi.
Oltre alle obiezioni di carattere generale fatte sopra, ci paiono discutibili i criteri di valutazione in quanto vaghi e inadeguati alla complessità del lavoro docente, pericolosa la struttura di valutazione che potrebbe essere sottoposta a ricatti diretti e indiretti della dirigenza e/o indeterminata nella sua funzione. Ci pare che solo un coinvolgimento democratico dei lavoratori possa mettere in moto un percorso in grado di migliorare l’offerta formativa.
Nella discussione è emersa la consapevolezza delle disparità di efficacia dei metodi didattici e le diversità di impegno tra i colleghi (fancazzisti, doppio lavoro, ecc…) ma probabilmente solo un percorso di “autogestione” può portare ad un salto della qualità del lavoro.
Qualcuno ha già aperto una discussione sui metodi di reclutamento del personale facendo i confronti con altri paesi d’Europa: c’è un po’ di scetticismo..
Tutti viviamo la necessità di continuare il confronto per cominciare a dire quale scuola vogliamo, consapevoli delle difficoltà che si incontreranno nell’avviare uno scontro che appare culturale e di costume…
il Comitato
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