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Qualcuno sostiene che in Italia e nel mondo stia per scoppiare un nuovo ’68


Gli studenti in tutta Italia protestano con decisione contro la riforma Gelmini dell’università e della scuola, per i disagi che inevitabilmente causerà. Al loro fianco parte del mondo operaio, i precari della scuola e delle università, i lavoratori a progetto, gli “schiavi delle cooperatitive e le fasce sociali più deboli.

La fiducia verso la “casta” è crollata, la politica, presa com’è a risolvere le proprie beghe, non riesce più a dare risposte; la conseguenza è che il disagio soprattutto fra i giovani aumenta.

A confermarlo è l’ultima indagine condotta dall’Osservatorio sul Capitale Sociale di Demos-Coop che evidenzia il pensiero dei giovani italiani circa le politiche governative degli ultimi anni in materia di scuola e università.

Il 60% del campione crede che l’università italiana sia peggiorata negli ultimi 10 anni, e il 70% estende questo giudizio alla scuola in generale.
E’ crollata nello stesso periodo anche la fiducia nella scuola: nel 2000 era al 69%, ora al 53%.
Secondo l’indagine i principali problemi dell’università sono: la mancanza di fondi (31%) e lo scarso collegamento con il mondo del lavoro (21%).
E i tanto vituperati “baroni”? Il 9% degli intervistati ritiene che tra le problematiche della nostra università ci sia la scarsa qualità dei docenti.

Sempre secondo l’indagine le stesse famiglie a prescindere dalle loro idee politiche siano a fianco dei figli: il 63% di coloro che hanno studenti in famiglia è favorevole alle proteste (la percentuale scende al 55% nelle famiglie senza figli). L’81% degli studenti esprime consenso alle proteste in riferimento alla carenza di fondi per le ricerca, mentre soltanto il 53% appoggia le occupazioni.

Qui i dati della ricerca [LINK]