Dalla scomparsa della giovane di Avetrana (Taranto) all’arresto dello zio Misseri fino alle ultime novità. Tutto è sotto i riflettori, spesso indecenti, della nostra società. Ma pare che in Italia sia oramai abitudine seguire questo iter ogni volta ce n’è occasione.
Si assiste, infatti, non solo ad un tour dell’orrore vero e proprio nei luoghi della brutta vicenda e con tanto di macchina fotografica al collo di gente qualsiasi. Anche la televisione è zeppa di programmi di approfondimento di cui si parla e si sparla dei personaggi-protagonisti di Avetrana. Basta cambiare canale che le nostre tasche strabordano di un senso di disgusto.
Nell’arco di un paio d’ore, tra programmi registrati e in diretta, si possono notare le stesse facce, gli stessi psicologi e criminoligi, attori e attrici che dicono la loro sul fatto.
A questo punto, l’informazione va bene ma il business del dolore, no!!!