Coordinamento RSU – La lotta continua
Il 21 giugno 2010, presso l’Istituto Magistrale “Regina Margherita”, si è riunito il Coordinamento torinese delle RSU contro i provvedimenti Tremonti Gelmini sulla scuola. L’assemblea ha valutato molto positivamente l’esito del recente sciopero degli scrutini per la cui riuscita abbiamo lavorato con grande convinzione. Nella nostra provincia abbiamo coinvolto più di 50 Istituzioni scolastiche, lo sciopero ha toccato oltre 400 classi e riscosso grande consenso attraverso l’adesione dei colleghi alle casse di resistenza attivate nei singoli istituti.
Le ragioni dello sciopero e della mobilitazione di questi mesi si rafforzano man mano che emergono con chiarezza gli effetti concreti della politica distruttiva attuata da questo governo contro la scuola statale: ai tagli di organico già previsti si aggiunge ora il furto di retribuzione ai danni di tutto il personale (blocco del contratto e degli scatti di anzianità con effetti permanenti). Inoltre si allunga l’età pensionabile per tutti e, in particolare, per le lavoratrici nei cui confronti si pratica la parificazione alle peggiori condizioni.
Quanto abbiamo fin qui denunciato si dimostra vero: aumentano gli alunni e registriamo, in questi giorni, la scomparsa di decine di classi e centinaia di cattedre e di posti ATA. La nostra scuola non potrà che uscirne peggiorata. A tutt’oggi la “riforma epocale” della signora Gelmini è ben lungi dall’essere definita in tutti i suoi aspetti ma, ciò nonostante, il ministero ne pretende l’applicazione e in questo modo precipita le istituzioni scolastiche nel caos organizzativo e didattico. Hanno iscritto alle classi prime ed hanno cercato di farci adottare i libri di testo senza che si conoscessero i programmi di studio, si potranno insegnare materie per cui non si ha l’abilitazione, si formeranno cattedre abborracciate, molte classi andranno oltre il limite di capienza delle aule destinate ad accoglierle. E ricordiamo che è stata ulteriormente rinviata la messa in sicurezza degli edifici scolatici: una vergogna nazionale.
Noi sappiamo che le nostre scuole hanno fin qui funzionato, solo grazie alla disponibilità del personale che ha cercato di tamponare le carenze dell’amministrazione e ridotto i guasti prodotti da anni di politica scolastica improntata solo al miope contenimento della spesa. Ora basta! Non siamo più disponibili e invitiamo a seguire l’esempio dei Collegi docenti di alcuni importanti istituti torinesi che hanno già approvato, a larghissima maggioranza, documenti che dichiarano tale indisponibilità. Non collaboreremo alla rovina della scuola pubblica e pretenderemo l’osservanza assoluta dei limiti di sicurezza e la messa a norma dei nostri edifici scolastici. Invitiamo i colleghi alla massima sorveglianza: in ogni scuola si controllino gli organici assegnati dal ministero confrontandoli con i dati sugli iscritti, si organizzi il rifiuto di tutte le cattedre che superino l’orario contrattuale e la protesta per ogni posto di lavoro soppresso, per ogni classe assegnata in meno.
Proseguiremo la mobilitazione in luglio e agosto, seguendo sia le nomine sull’organico di fatto e quindi gli utilizzi del personale in soprannumero, sia l’assegnazione delle scarsissime, residue supplenze. Ci impegneremo nel collegamento con altre reti e strutture di movimento presenti in Italia e con esse valuteremo la possibilità di praticare scioperi a scacchiere o a staffetta ed altre forme di lotta innovative e di maggiore impatto rispetto a quanto fin qui praticato.
A settembre ci impegneremo in una vasta campagna d’informazione e di mobilitazione, rivolta ai colleghi, alle famiglie, agli studenti, con l’obiettivo di saldare le nostre iniziative con quelle dell’università, del mondo della ricerca e della cultura. Terremo una serie di assemblee sindacali in apertura d’anno scolastico che si concluderanno in una giornata di mobilitazione a favore della scuola pubblica.
Agiremo per costruire la massima unità nel massimo della chiarezza, è tempo di cominciare a chiedere apertamente un reale cambiamento nella politica sulla scuola:
più finanziamenti alla scuola statale perchè l’istruzione per tutti non è un costo ma una risorsa per il futuro del Paese;
abrogazione della “riforma” Gelmini proprio perchè riduce l’istruzione per tutti;
rispetto per gli insegnanti e per il personale ATA: paghi la crisi chi l’ha provocata, cioè banchieri, società finanziarie e speculatori di borsa.
Torino, 22 giugno 2010