Mai e poi mai avremmo immaginato di sentire Luciano Moggi prendere le parti di Moratti condividendo le sue ultime uscite. Il grande accusato della disgustosa vicenda di calciopoli ai microfoni del Chiambretti Night dichiara: “Dopo Calciopoli, nulla è cambiato – dice Luciano Moggi che precisa come “quello che organizzava queste cose c’è rimasto dentro”. Il riferimento pare essere chiaro, l’attuale dirigente maximo del Milan.
Ma Lucianone non si ferma qui, si spinge oltre, dando appunto ragione a colui il quale per i tifosi juventini è diventato il loro nemico numero uno, Massimo Moratti: “Oggi Moratti combatte quello che combattevamo noi. Stranamente anche lui dice che il Milan è la società più forte, visto che ora parla di complotti. Quello che organizzava queste cose c’è rimasto dentro (Galliani?): probabilmente Moggi era quello che doveva essere abbattuto. Probabilmente, stando a quello che dice ora Moratti, qualcuno è rimasto”.
Siamo senza parole, e ci pare doveroso domandarci: in che maniera Moggi e la Triade combattevano questo fortissimo potere? Lo facevano in maniera lecita o utilizzando le armi, ops schede, illecite? Perchè non lo facevano pubblicamente come sta facendo la società nerazzurra? Per alcune risposte le risposte attendiamo che il Tribunale di Napoli si esprima.
Però, c’è un però: l’impressione che abbiamo avuto da queste dichiarazioni è che in qualche maniera l’ex dirigente bianconero abbia fatto delle mezze ammissioni.
View Comments (0)
Ma quali mezze ammissioni avrebbe fatto Moggi nella sua intervista al Giornale ?!
Va bene che l'estensore è (chiaramente) un ammiratore rossonero, ma c'è un limite nel voler per forza tirar fuori un topo da un fagiano !
Sissignori: attendiamo tutti novità dal processo di Napoli, nel quale fino adesso (per chi ha "letto" gli atti e i resoconti, e non le "riduzioni per ragazzi" dei signori della stampa nazionale, che ha - da sempre - il vizietto del seguire dove tira il vento) la cupola è divenuta monopersonale; e tutti i testi a carico si sono trasformati in testi a discarico, con grande ilarità di tutti.
Questa piccolo spaccato del Made in Italy che il giorale rosa di Milano ha denominato calciopoli cavalcandolo come con Girolimoni, ha solo un nome attendibile: farsopoli.