IL ministro per l’attuazione del programma di governo, Gianfranco Rotondi, vorrebbe fare in modo che la pausa pranzo, in Italia, fosse distribuita in maniera diversa. Nell’attesa di capire cosa voglia significare la “distribuzione” ad orario della focaccia doppiamente farcita o della pastasciutta al sughetto, attingiamo dagli esempi esteri. Il ministro Rotondi, dopo aver detto che “La pausa pranzo è un danno per il lavoro ma anche per l’armonia della giornata”, in un’ intervista rilasciata a Klaus Davi, passa agli esempi pratici. «In Germania, ad esempio, per incentivare la produttività, la pausa pranzo in alcuni posti di lavoro dura mezz’ora, mentre si estende a 45 minuti per chi lavora oltre le 9 ore. Tuttavia, secondo un recente sondaggio, un quarto dei tedeschi trascorre la propria pausa pranzo lavorando. (…) In America la pausa pranzo non è proprio prevista dalla legge federale ed è regolamentata autonomamente dai singoli Stati, mentre in Canada e Svezia si pranza davanti alla scrivania” .
Cogliendo l’occasione per augurare buon appetito a tutti, da troppo tempo la categoria lavoratori sembra più essere oggetto di provvedimenti alquanto bislacchi. E tanto per riderci sopra, non può mancare il mitico gesto dell’ombrello dell’Albertone nazionale, che, in questo caso, calza a pennello, guarda, guarda…