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India. Bruciata viva per non aver tradito il marito

Donna. In quale epoca potremmo definirti libera da ogni sopruso e miseria? Quando si potrà sperare per la tua condizione? Davanti a queste società ridondanti e rimbombanti, ti poni in maniera conforme alla realtà che vivi. Nel caso, rivoluzione e libertà sbandierata ai quattro venti, ottimismo e scalata sociale proiettati in uno sciabordio forza nove.
Oppure: lanciata e slanciata in quei luoghi del successo o dei palinsesti serali che fanno gola alle più. Ed anche: sbattuta in prima pagina da quel Playboy che di patinato ha solo la copertina. Ma non solo. Prima di tutto madre di famiglia, materna consolatrice del pianto indotto dal bisogno, angelo della casa che fa e disfa a seconda delle necessità. Lavoratrice instancabile, sorriso che illumina la tristezza ed infine (non per ultimo di importanza) completamento dell’uomo. Di colui che la pone accanto a se, la protegge, la ama e la considera di propria appartenenza. Ma non con ossessività, gelosia rabbiosa e bramosia di un oggetto. Invece accade pure questo, se ne parla ancora, se ne discute. In India, Radiya Raja Devendra di 24 anni, è stata bruciata viva da colui che la voleva a tutti i costi. Con un piccolo particolare.
Lei, sposata e con due figli, si è opposta più volte alle insistenti richieste dell’uomo, che per vendetta ha finito per stuprarla insieme ad altre persone fino a darle fuoco. E lei è morta nella sofferenza di un letto di ospedale. Ma la cosa che fa riflettere è quel trafiletto che le avrebbero dedicato sui giornali, in uno spazio interno da ricercare, come si fa quando si discute dell’aumento dei prezzi o della tassa sull’acqua.

Quanto avvilimento!