Nasce la prima pizza DOC
Vi siete mai posti la domanda di cosa ci possa essere nella pizza, cioè in quella cornucopia farcita di tante gustose leccornie? Ogni qualvolta ne mangiamo uno spicchio ci limitiamo a gustarcela, senza porci troppe domande sugli ingredienti. Ciò accade perché ristoranti e pizzerie spesso non sono educate alla trasparenza, non curandosi di esporre al consumatore ciò che si sta proponendo. E noi mangiamo e basta.
Un tale prodotto, uno dei simboli del made in Italy in tutto il mondo, andrebbe valorizzato in ogni suo aspetto. Soprattutto a partire dagli elementi più semplici che la compongono, cioè dalle ottime farine alla mozzarella (specie se di bufala), dal pomodoro all’olio extravergine di oliva e quant’altro.
Questo sistema dovrebbe garantire le contraffazioni della vera pizza italiana, oggetto di veri e propri plagi alimentari.
In Italia, per tutelare l’originalità del cibo nostrano, la Coldiretti, ha presentato la prima pizza “Doc” nell’ambito del progetto dell’associazione “Una filiera agricola tutta italiana”. Questa pizza “garantisce l’origine nazionale di tutti gli ingredienti utilizzati, oltre al rispetto del disciplinare per la pizza napoletana Sgt (specialità tradizione garantita)”, attualmente in corso di riconoscimento da parte dell’Unione europea.
L’associazione ribadisce che questo nostro prodotto, per essere definito “Doc” deve prevedere:
“Pomodoro, mozzarella di bufala Dop o mozzarella Stg, olio extravergine d’oliva e origano, rigorosamente italiani, un diametro non superiore ai 35 centimetri, il bordo rialzato tra 1 e 2 centimetri e una consistenza insieme morbida, elastica e facilmente piegabile a libretto”.
Per quel che concerne il prezzo “ Rimane abbondantemente sotto i due euro”, e quindi, a detta dell’associazione “non si rende necessario alcun ritocco dei listini in pizzeria”
Però, a questo punto, la Coldiretti dovrebbe andare a cena nelle pizzerie italiane per rendersi conto che il costo di due euro per una margherita è una vera utopia!