Sacred Love
Sebastiano Deva, perchè l’hai fatto? Il Sacred love intendo, il crocefisso avvolto nel profilattico. Nel Corriere della Sera di oggi, leggo che sei un artista napoletano ben quotato, ma non conosco le tue opere – è che non mi piace l’arte contemporanea, quasi sempre dissacrante e nichilista, uno la guarda e già sente che gli si impoverisce l’anima.
Vorrei tanto sapere da dove ti è venuto in mente il titolo. Tiziano a parte, dovresti lasciar perdere il sacro, un genere che ti riesce male. Se non altro per l’idiozia di pensare che il contenitore, stando alla metafora, possa diventare il contenuto. Scrive Agostino: ” Ti comprendono forse il cielo e la terra, perché tu li riempi? O non li riempi piuttosto eccedendoli, perché non ti comprendono? E dove riversi tutto ciò che resta di te quando hai riempito cielo e terra? O forse non hai bisogno di essere in alcun modo contenuto, tu che contieni ogni cosa, perché per te riempire è contenere? “.
Ora che ti sei sorbito paragrafo 3.3 de “Le Confessioni”, fuor di metafora capirai perchè a noi cristiani piace vivere pericolosamente a contatto con la vera bellezza, con il folle e scandaloso eros, incompatibile con il prodotto umano, la plastica: da quando abbiamo scoperto che, per salvare l’ unica parte valida della tua opera, dobbiamo entrare in una chiesa.