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Giorno 4 Marzo 2009 alle ore 16:00 la Blue Film ha presentato a Roma , Casa del Cinema , “Pietro Germi: il Bravo, il Bello, il Cattivo “ , amarcord del grande regista , realizzato da Claudio Bondì

La proiezione del working in progress del film documentario è cominciata con la visione di prezioso materiale inedito di “Signore e Signori” girato a Treviso con Virna Lisi e Gastone Moschin. Tra questo materiale inedito si è vista la scena in cui si vede la fontana di piazza Farnese con in sottofondo la canzone “Sinnò me moro” scritta dallo stesso Germi, musicata da Rustichelli e cantata da Alida Chelli per “Un maledetto imbroglio” tratto dal “Pasticciaccio” di E. Gadda.

Enrico Lucherini , re dei press-agent italiani , ricordò il Maestro Pietro Germi come un genio nel risolvere situazioni imprevedibili come quella di modificare, in un’intervista, la sceneggiatura originale del film “Signore e Signori” perché non piacque all’amministrazione di Treviso e poi ottenne il permesso di girare in quei luoghi .

Senza dubbio Pietro Germi può essere considerato uno dei registi più importanti del cinema italiano, di cui quest’anno ricorrono i 35 anni della scomparsa.

Tra gli “extra” è stato mostrato il metodo di lavoro che Germi attuò con il giovane e fino ad allora poco conosciuto Dustin Hoffman per “Alfredo Alfredo”.

Stefania Casini è intervenuta parlando della sua esperienza come attrice protagonista del film “Le castagne sono buone” dicendo che la sua interpretazione rientrava in quelli che erano i canoni del suo tempo , nonostante lei nella vita reale agiva contro corrente.

Alla fine della proiezione del materiale inedito hanno fatto il loro intervento Adriano Aprà , Luciano Vincenzoni e Marco Vanelli .

Inoltre sono intervenuti Vincenzo Raso, Presidente dell’associazione culturale Pietro Germi, Aiace Parolin, direttore della fotografia, Maria Linda Germi, Paola Bigio , attrice, Eduardo Nevola, attore.

Al termine del dibattito Marco Vanelli ha presentato la sceneggiatura originale e inedita del 1944 di Pietro Germi “Vita di Gesù” .


Liborio Butera: