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Vaticano. Uno dei vescovi lefebvriani nega l’olocausto. E’ polemica.

Ma a Williamson, nominato scismaticamente vescovo da mons. Lefebvre nel 1988, viene revocata la scomunica.
Lo scorso 22 Gennaio, il vescovo scomunicato Richard Williamson, in occasione di un’intervista rilasciata ad una tv svedese, ha innescato una vera e propria polemica.
Williamson, fa parte del quadrunvirato della “Società di San Pio x”, un gruppo che attualmente consta di circa 600.000 iscritti.
I quattro vescovi, insigniti di tale investitura da mons. Lefebvre nel 1988, perpetrarono un vero e proprio scisma, sulla base delle teorie negazioniste della modernizzazione della Chiesa cattolica.
Ad oggi, ciò che ha suscitato un vero e proprio vespaio di polemiche sono state le sue affermazioni.

Riporto alcune delle sue dichiarazioni:
“Credo che le prove storiche, in misura preponderante, vadano contro il fatto che sei milioni di ebrei siano stati uccisi nelle camere a gas come effetto di un provvedimento deliberato da Adolf Hitler”.
Poi “ Credo che le camere a gas non siano mai esistite”.
Poi “ A morire furono due o trecentomila ebrei, però non per colpa delle camere a gas”.
Poi “ Non mi interessa la parola antisemitismo. Non esiste come termine nel suo significato più negativo, poiché l’antisemitismo non è cattivo”.

Queste aberranti dichiarazioni non hanno bisogno di commento.
Il lefebvriano Williamson è già balzato agli onori della cronaca lo scorso marzo, per aver riportato in auge la discussione sui “ Protocollo di Savi Sion”, un falso storico antisemita.
Il 25 Gennaio c’è stato un colpo di scena.
La Santa Sede si è apprestata, per motivi ancora indecifrbili, a revocare la scomunica allo stesso Williamson con la seguente dichiarazione telegrafica:
“La revoca non ha nulla a che fare con le posizioni di Williamson, tra l’altro criticabilissime. I due fatti sono assolutamente indipendenti l’un l’altro. “

Ai posteri l’ardua sentenza

Liborio Butera:
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