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Cattolica Eraclea, la mia terra

Cosa puoi raccontare della terra agrigentina? Come puoi spiegarla a quelli che non l’hanno mai vista? Come puoi far capire agli altri quello che non riesci a capire tu stesso? Dicono che chi nasce in un posto se lo porta dentro dovunque vada e fin che campa, io invece dico che è la terra che non lascia in pace chi la abita, che non lo fa riposare in nessun altro luogo che non si chiami “la mia terra”. Questa è la netta sensazione che avverti dopo aver trascorso qualche tempo nell’agrigentino, nel territorio di Cattolica Eraclea, nome e paese di antica memoria dove il presente e il passato, ancora e per (s)fortuna, danzano insieme da secoli. La memoria, appunto. C’è la memoria di chi torna ogni anno per le vacanze con la speranza di veder cambiato tutto e se ne parte con la disperazione che niente è cambiato, la memoria di chi non è più tornato e Dio sa che darebbe per vedere se tutto è rimasto lo stesso, la memoria di chi resta e vede partire gli altri, e saluta con il pensiero che tanto un anno passa in fretta. Poi c’è l’altra, di memoria, la sua, della terra. La memoria di questa terra bellissima e stanca, sì stanca, di lottare – perchè qui anche la terra lotta – contro una natura matrigna fatta di sole che brucia, di scirocco che fiacca, di acqua che manca, stanca di lottare contro l’idiozia degli incendi umani, contro gli scempi edilizi, contro l’indifferenza dei suoi figli. Ed è una memoria che cogli dovunque, in un angolo abbandonato del paese, nel frutto profumato di un albero, in un arbusto sul colle verdeggiante, in cima ad un aspro monte, tra i radi cespugli in pianura, sulla dura pietra. E mentre osservi con avidità quel paesaggio meraviglioso e unico e dentro di te già sai che non potrai dimenticarlo, ti tornano in mente quei volti, quegli occhi, quella “lingua” di cui ignoravi l’esistenza, e, per un attimo, ti sembra di far parte di quella memoria.

Liborio Butera:

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  • Ciao Liborio,
    Torna più spesso ad Agrigento perchè sei una delle poche mosche bianche che conosco capaci di cambiare le cose, capaci di illuminare il sentiero a coloro che non vedono o non voglione vedere di essere nati in un isola baciata da Dio ma purtroppo apprezzata da pochi.
    Buon Viaggio e torna presto ;)

  • Ciao Sergio,

    grazie per la stima... ci vedremo la prossima estate, intanto vado a portare un po' di sole in quel di Biella ;-)

  • Ho letto il tuo articolo, o meglio ho letto ciò che il tuo cuore ha detto!
    Stupende parole Liborio.