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Teatri di Pietra – Successo per Il Ciclope di Euripide

Grande successo ieri sera ad Eraclea Minoa per la prima, della rassegna “Teatri di Pietra”. In scena è andato il Ciclope di Eurupide – la più crudele e dolorosa fra le avventure affrontate da Odisseo. La firma della regia è del maestro Aurelio Gatti, peraltro direttore artistico dell’intera rassegna teatrale. Il Ciclope di Euripide, a differenza di quello terribile di Omero, è satirico. Una sorta di “opera buffa” che traspone in chiave comica l’avventura più celebre dell’Odisseo omerico. Euripide immagina che, sbarcando nell’isola dei giganti monoculi, Odisseo non vi trovi soltanto il crudele Polifemo: alle dirette dipendenze del Ciclope c’è infatti Sileno, il fido compagno di Dioniso, costretto a prendersi cura del gregge e a tenere pulita la spelonca. La vita di Sileno e dei suoi compagni satiri è dura: lontani da Dioniso, prigionieri in quella terra inospitale, essi soffrono soprattutto per mancanza di vino. Grande è l’entusiasmo del vecchio satiro quando apprende che Odisseo porta con sé la bevanda più famosa del mondo greco, il vino prodotto da Marone, talmente forte da dover essere mescolato con venti parti d’acqua. L’arrivo improvviso di Polifemo, rende la vicenda tragica: Sileno tenta di ammansuire il suo padrone accusando Odisseo di aver cercato di rubare il gregge del Ciclope; questi rifiuta le offerte amichevoli di Odisseo e minaccia di ucciderlo insieme ai compagni. A salvare la pelle dell’eroe di Itaca è, come nel poema omerico, il vino. Odisseo fa ubriacare il Ciclope e, con l’aiuto dei satiri, lo acceca, conquistando la libertà per tutti quanti.

Nel mito del Ciclope si coglie l’utopia del vivere insieme con l’altro, lo straniero, ma poi, nel momento in cui si cerca di realizzare questa convivenza, si cade inevitabilmente in uno scontro tra due diversi, tra due civiltà, nel quale una parte è destinata comunque a soccombere. In questo senso la storia di Polifemo potrebbe essere persino una lezione, un insegnamento.

A breve il video con le interviste al regista Aurelio Gatti ed il sindaco Cosimo Piro

Liborio Butera:
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