Bruno Contrada chiede l’eutanasia
Bruno Contrada, l’ex funzionario del Sisde chiede l’eutanasia perché secondo lui solo la morte lo potrà liberare dalle sue pene. L’incombenza di presentare al giudice tutelare del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere “formale autorizzazione per uccidere legalmente Bruno” è toccata alla sorella Anna, la quale si rifiuta di pensare di “continuare a pensare che il proprio fratello Bruno sia ridotto un ‘dead man walking’, l’espressione che usano comunemente i carcerieri americani per annunciare l’ultima passeggiata del condannato diretto dalla sua cella: Bruno è stanco di camminare per raggiungere una chimera chiamata Giustizia”.
La vicenda dell’ex funzionario più volte ha diviso l’opinione pubblica, da una parte c’è chi lo vuole in carcere dall’altra chi ne chiede la grazia separando l’aspetto giudiziario dalla vicenda umana. Contrada – stando ai suoi legali – è gravemente ammalato. Per questo motivo i suoi difensori più volte avevano presentato richieste di differimento della pena, ma sono state tutte respinte perchè la condizione dell’ex funzionario del Sisde, per i giudici, sono compatibili con la detenzione.
Siamo convinti che la richiesta di eutanasia da parte di Contrada dividerà ancora una volta l’opinione pubblica, noi ci sentiamo di dire che Contrada non è diverso da altri detenuti dunque se le sue condizioni di salute non gli permettono di scontare la pena in carcere deve essere messo in condizioni, al pari di tutti gli altri, di scontarla altrove, ma se invece la sua salute è compatibile con il regime carcerario, allora la pena deve scontarla in carcere.