Al Ministro della Pubblica Istruzione Fioroni dovrebbero fischiare le orecchie. Stuoli di docenti, senza distinzione di orientamento politico, disciplina o area geografica gli stanno inviando in cuor loro auguri di lunga vita (sua e, volenti o nolenti del Governo) nonchè i sensi della loro imperitura riconoscenza. Questo dal momento in cui il Ministro ha pubblicamente dichiarato che nel mondo della scuola si dovrà avviare una riflessione sull’opportunità di ripristinare gli esami di riparazione. Riflessione peraltro avviata dai docenti il giorno stesso dell’introduzione del fallimentare sistema di debiti e crediti attualmente in vigore. Il Ministro lo ha pietosamente definito poco efficace, ma gli effetti catastrofici sul livello di preparazione degli allievi è sotto gli occhi di tutti coloro che non se li vogliano tappare. I debiti vengono trascinati per anni, mentre si sprecano tempo e soldi in corsi di recupero sulla cui inefficacia si è efficacemente espresso lo stesso Ministro. Nel frattempo le normali lezioni mattutine vengono seguite sempre più svogliatamente da allievi che sanno bene come poi si potrà ricorrere a lezioni e verifiche di recupero, nonché passare all’anno successivo anche senza aver recuperato i debiti accumulati. Si premiano quindi i peggiori e si finisce per penalizzare i migliori, dato il livellamento verso il basso che è stata l’immediata conseguenza del sistema. Sono questi i risultati di una classe dirigente che, nel tentativo di ridurre la dispersione scolastica, è arrivata, ai tempi del Ministro Luigi Berlinguer, a teorizzare il “diritto al successo”, concetto sul quale ogni commento è del tutto superfluo. Ora non par vero di vedere al ministero di Viale Trastevere non solo un essere pensante, ma addirittura un uomo capace di comprendere le vere problematiche della scuola, nonché di analizzare i risultati ottenuti con le attuali normative, di evidenziarne il fallimento e di avere pure il coraggio di dire la triste verità: il nuovo sistema è peggiore di quello precedente, funziona peggio! Era ora che qualcuno lo facesse! Nella scuola la verifica dei risultati di riforme, mini riforme e sperimentazioni varie non è prassi comune. Abbondano invece i volonterosi innovatori, sulle opere dei quali non è concesso a nessuno dare pareri né esprimere valutazioni; le novità vengono introdotte passando sulle teste degli interessati e se non funzionano, ci si arrangi. Certo la classe docente, come sempre impegnata in altre faccende, avrebbe potuto farsi sentire un po’ di più, ma chi accetta senza battere ciglio stipendi e condizioni contrattuali come quelle degli insegnanti italiani (i più mal retribuiti del mondo occidentale e con situazioni di precariato indecorose) può evidentemente sopportare questo ed altro. Lunga vita quindi al Ministro Fioroni, che dopo aver riformato gli esami di maturità riportandoli ad un minimo di serietà con le commissioni miste, dopo aver detto che gli studenti italiani non conoscono a sufficienza la matematica, tocca un tasto dolente e propone una retromarcia che non è dettata da conservatorismo e mancanza di fantasia, bensì da considerazioni pratiche e antica saggezza. A tutti coloro ai quali stia a cuore il funzionamento della scuola italiana non resta che augurarsi che le parole del Ministro trovino seguito e applicazione pratica in tempi brevi. Da destra e da sinistra, da docenti e famiglie, giungerebbero certamente consensi tali da trasformare il buon Fioroni nel Ministro della Pubblica Istruzione più apprezzato degli ultimi cinquant’anni. A volte basta così poco…
Cesare Rovere