Ci risiamo: il baffino nostro, il leader maximo dei DS, quello che querelò Forattini per un’innocua vignetta di satira che lo riguardava è pronto a denunciare gli organi di stampa per aver reso pubbliche le sue intercettazione circa l’affair Antonveneta Bank. E dire che Massimino (così lo chiama Cossiga) si è battuto con coraggio per difendere la libertà di stampa e d’opinione (la sua), specie quando era ancora uno studente impegnato a contestare con veemenza il sistema. Però, guai a chi scrive di lui senza “zerbinarsi”, guai… è pronto ad agitare la solita querela. Libertà di stampa, libertà di satira, di tutto si può scrivere, a patto che riguardi gli altri. Faccia pure D’Alema, Presidente della Repubblica mancato per un soffio! Noi intanto abbiamo capito che più che la verità ed il rispetto delle regole conta l’illegalità di alcune intercettazioni. Facciano pure i signori della politica italiana, noi intanto abbiamo capito di che pasta sono fatti e quanti interessi hanno in ballo. Alla faccia del conflitto d’interessi che resta da capire chi non riguardi. Un ringraziamento invece a queste intercettazioni ed a La Stampa che ha avuto il coraggio di pubblicarle perché ci hanno aiutato ad aprire gli occhi. E per concludere riporto le parole del Presidente della Corte d’Appello di Milano che risponde così al ministro degli Esteri dopo l’intervista rilasciata al TG5: «Se vi è reato venga denunciato, se un uomo politico lo ritiene prenda carta e penna e denunci il reato alla Procura. Io non mi pronuncio».
- 17 anni ago
Liborio Butera
Le minacce di D’Alema
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