Desso si che i giornalisti sportivi avranno di che parlare!
Si affida al quotidiano El Pais il tecnico dell’Inter per parlare della situazione attuale dell’Inter e dei media italiani, lo fa a ruota libera “Vengo considerato un presuntuoso perché dico sempre la verità e affronto quelli che comandano. Quando arrivai all’Inter mi resi conto che la situazione era complessa, altrimenti non si poteva spiegare come un club con tanti campioni non vincesse nulla da tanti anni. Non persi tempo a chiedermi perché, cominciai a lavorare cercando di capire quello che succedeva. C’erano tante cose che non funzionavano, in ambito calcistico ed extra-calcistico. Per me era una missione, andare ad allenare una squadra che vince sempre e dove funziona sempre tutto non era stimolante. Ho trasformato l’Inter in una vera squadra lavorando seriamente e grazie all’aiuto di tutti. I giocatori hanno cambiato rotta, capendo che per vincere bisogna fare le cose seriamente con l’appoggio della società e dei tecnici. L’Inter non vinceva non per la presenza della Juventus in se stessa, quanto piuttosto per quelle cose che sono venute alla luce in un secondo momento, cose che tutti sapevano ma che nessuno diceva. Gli aiuti arbitrali all’Inter? In Italia si vive di questo, c’è tanta gente che la sera non sa che stupidate raccontare, così si dedica alla moviola per creare il caos. Non serve a nulla, perché non si riflette la realtà. L’arbitro non ha la stessa visuale che hanno le telecamere. Quindici anni fa la sera mi guardavo le azioni più importanti in tv, ora sono 10 anni che non vedo un programma di calcio, mi fanno schifo. Boskov e Eriksson mi hanno insegnato ad essere ottimista e a crescere quando si presentano le difficoltà, cose fondamentali per un allenatore. Non mi piacciono i sudamericani in particolare, ma i buoni giocatori in genere. Ad esempio Fabregas e Fernando Torres mi piacciono anche se sono spagnoli. Abbiamo pochi italiani in rosa? Il mondo va in questa direzione, l’Arsenal ha 17 francesi su 22 giocatori. Da giocatore con la nazionale non ho avuto un buon rapporto perché ero un ribelle, smisi di andare perché non mi divertivo più. Parte del carattere ribelle è rimasto, anche se con gli anni sono migliorato. Ibrahimovic fa cose che facevo anch’io, oltre al fatto di rompere le scatole agli avversari. Ci sono delle similitudini anche con Totti”. Bravo Mancini adesso vedrai che quei personaggi che raccontano le stupidaggini avranno altri argomenti per poterlo fare.