Basta un click per acquistare il “seme maschile”
E’ l’acquisto di seme maschile su Internet l’ultima frontiera dell’“e-commerce”. L’acquirente, assieme al prezioso liquido seminale, riceve il kit per praticare l’auto-inseminazione. Ovviamente, il seme a portata di click, e accessibile a tutti, è destinato a portare con se diverse insidie. Innanzitutto, sul fronte etico-ideale sul quale si contrappongono due distinte posizioni: la prima vede l’inscindibilità tra fecondazione e rapporto sessuale, dove l’atto naturale è l’espressione dell’amore fisico, e sentimentale, di una coppia eterosessuale. La seconda, in contrapposizione alla prima, riconosce la validità etica della fecondazione quando nasce dal desiderio e dall’amore di mettere al mondo un bambino per amarlo, educarlo e vederlo crescere al meglio. Da questo si capisce che le motivazioni che spingono una coppia, una single o una coppia omo, a desiderare un bambino sono molteplici, ma non è questo l’aspetto che intendo focalizzare. Mi interessa di più porre l’accento e sperare che ne nasca una discussione sulla “mercificazione” della “vita” estremizzata da Internet e la conseguente anarchia della fecondazione. La possibilità di acquistare il seme, fresco o congelato, rappresenta, sì, un’evoluzione, ma nello stesso tempo estremizza, abbattendo tutte le frontiere, la fecondazione artificiale con donatore sconosciuto. Questo è destinato ad aprire un dibattito sotto il profilo etico-ideale, ma non solo. I problemi di carattere medico e legali che ne possono conseguire sono diversi e non indifferenti:
1) la incertezza sulla qualità del donatore (ad esempio, leggendo le “istruzioni” si raccomanda ai donatori di non assumere alcool e narcotici nelle 72 ore precedenti la donazione). Il che dà adito a seri dubbi sulla selezione dei donatori stessi e quindi sulla qualità del seme;
2) l’incertezza sulla garanzia medica, nel controllo del seme, delle tecniche di conservazione (il tutto viene recapitato a mezzo corriere espresso), e nel controllo della correttezza della procedura;
3) l’estrema difficoltà di rintracciare (e sottoporre a giudizio) i responsabili nel caso di problemi o gravi malfunzionamenti del sistema, con immaginabili conseguenze: dal seme infetto, a tare genetiche del donatore, a problemi conseguenti alla inadeguata conservazione del seme, alla mancanza di controlli medici nella stessa donna ricevente. La quantità di “disclaim”, di dichiarazioni di limitazione di responsabilità, presente su questi siti, fa pensare che i contenziosi ci siano già stati, e che ci sia una blindatura legale nei confronti di eventuali richieste per risarcimento dei danni. Tenendo presente questi aspetti, mi domando se, per mettere alla luce un bambino, sia il caso di sfruttare la rete o possibilmente le aste online per potersi accaparrare il donatore che risponde ai nostri canoni di bellezza, o d’intelligenza. Gli aspetti etico e morale, a questo punto, diventano fondamentali per mettere un freno alla stessa mercificazione della vita.