Una storia tra tante
Ricevo e pubblico:
Sono un ITP precario da 6 anni. Mi chiamo A. G. sono nato in Svizzera nel 1978 e cresciuto fino all’età di 21 anni in una provincia del Sud. Figlio da genitori emigrati, il mio destino in qualche maniera sembra strettamente legato al loro. Anche se dopo la mia nascita e quella dei mie fratelli, i miei genitori decisero di stabilirsi in Italia, con l’intendo di farci studiare e con la speranza di evitarci la loro esperienza di “esilio”. Nella mia vita sin da giovanissimo ho sempre creduto che la scuola fosse il trampolino di lancio che mi avrebbe permesso di realizzare il sogno dei miei genitori, ovvero un lavoro onesto e dignitoso che dia certezze nel futuro. Capirete che la nomina per la mia prima supplenza annuale, avvenuta il 17/09/99 all’età di 21 anni mi parve la realizzazione di quel sogno, ma mai come allora mi sono sbagliato. Iniziò infatti quel giorno la mia carriera di precario.
Precario, dietro a questo apparentemente innocua parola si cela l’incubo mio e di migliaia di miei colleghi che ogni anno vivono con la certezza che, cito testualmente, a decorrere dal mese di giugno sarà cessato il pagamento della retribuzione per scadenza del contratto, e ripeto scadenza del contratto, non per un’altra valida motivazione. Ma la speranza è sempre l’ultima a morire e da luglio a settembre speri. Speri in un nuovo contratto a tempo determinato, avete capito bene? Determinato. Perché si dice dalle mie parti: “nessuna nuova è buona nuova”, perché capita che questo contratto non venga rinnovato come è capitato a mio fratello e a mia sorella che dopo tre anni passati a lavorare per il ministero della pubblica istruzione si sono trovati con niente in mano. Nessuna esperienza professionale da spendere, solo qualche anno in più, che in un mercato del lavoro come quello italiano fatto da: contratti a termine anche di brevissima durata e contratti di apprendistato diventa un vero ostacolo. Ma torniamo a me, infatti, non vi ho ancora detto che la mia Cattedra e conseguentemente il mio “posto” di lavoro è a Biella, ovvero a 1300 Km dal paesino di origine, dove nel 1999 ho lasciato la mia fidanzata con la promessa, che dopo un paio di anni e con il mano la certezza del futuro l’avrei sposata, … mi ritorna il mente il sogno dei miei… Non ho potuto tener fede a quella promessa perché il 23 luglio 2005 mi sono sposato e sono ancora precario, quindi a decorrere dal mese di giugno 2006 sarà cessato il pagamento della mia retribuzione per scadenza contratto e si ricomincia a sperare, ma questa volta con me spera la mia nuova famiglia per la quale vorrei comprare casa, ma non posso, sono un insegnante precario.