La riforma Moratti? La tengono!
Il mondo della scuola è in attesa di sapere cosa accadrà della riforma Moratti dopo l’insediamento del nuovo governo. Intanto la prima cosa che il nuovo esecutivo non cambierà è l’attuale denominazione del MIUR. Come fa notare la rivista telematica Tuttoscuola.com molti, in questi anni, hanno attaccato la Moratti per aver eliminato l’aggettivo “pubblica” dalla denominazione ufficiale del MIUR, ma in realtà a decretarne la modifica è stato il Ministro Bassanini del governo Prodi. Ma tornando alla riforma proviamo a capire quali scenari si prospettano per il secondo ciclo: come primo atto plausibilmente verrà sospeso il decreto legislativo 226/2005 per passare poi alla successiva soppressione. Il secondo passaggio riguarda il biennio che dovrebbe essere unitario e pertanto dovrebbe garantire la peculiarità e la vocazione delle varie tipologie di scuole. Altro aspetto importante dovrebbe riguardare il rilancio della filiera tecnico-professionale, tanto cara a noi ITP che, come sappiamo, in questi anni ha vissuto momenti drammatici a causa dell’idea riformatrice del governo Berlusconi. Da queste indiscrezioni si evince che la riforma non sarà abrogata, ma subirà una serie di modifiche più o meno profonde.