attualità

da chi gestisce il calcio dobbiamo pretendere una condotta morale ineccepibile!

Finalmente gli sportivi italiani hanno capito cosa significa il tanto ostentato “stile juve”. Chissà perché pensavamo che si trattasse di una maniera diversa di gestione societaria vale a dire maggiore serietà, più rigore nel rispetto delle regole, più sedute d’allenamento, dunque, più lavoro. Invece,  lo stile Juve significava accordi sottobanco tra la dirigenza della squadra torinese e il designatore arbitrale, arbitri amici cresciuti all’ombra della Gea, regali consistenti ai giornalisti e fra questi probabilmente anche Tosatti  per la difesa in televisione e sui giornali,  significava imporre diktat ai moviolisti per salvare, oltre che la loro, l’immagine dell’arbitro amico, insomma un vero e proprio sottobosco “malavitoso”  gestito niente po po di meno che dalla famiglia Moggi. Ciò che è emerso dalle intercettazioni ha permesso finalmente di fare luce e confermare i sospetti che da sempre hanno animato i discorsi dei tifosi. In questa situazione, la cosa che mi ha colpito e in un certo senso sconcertato, è stato leggere, durante la partita giocata contro il Palermo, gli striscioni dei tifosi juventini in sostegno di Luciano Moggi: «Luciano siamo con te». Questo non lascia adito ad interpretazioni diverse se non quella di sottolineare una certa connivenza tra la gestione “mafiosa” della squadra e i tifosi i quali , pur di vincere i campionati, sono disposti ad accettare una condotta illegale. Ci saremmo aspettati una dura contestazione, perché a perderci oltre che il calcio, sono stati gli stessi tifosi della “vecchia e navigata signora”; e invece ci hanno stupito con uno striscione che giura amore e fedeltà ad una persona che ha gettato fango e dubbi sugli esiti dei campionati . Il comportamento dei tifosi, a mio modo di vedere, dovrebbe portare ad una riflessione che va di là del semplice tifo, ma che analizzi i comportamenti dei nostri giovani, sempre più acritici e sempre pronti ad applicare il detto: tutto e subito; e non importa come e perché, l’importante è raggiungere un obiettivo, possibilmente con il minor dispendio possibile di forze e sacrificio. Se è vero com’è vero che il calcio è un fenomeno sociale, dobbiamo pretendere da chi dirige questo sport una condotta morale irreprensibile e un assoluto rispetto delle regole e della legalità. Non possiamo permettere che sia veicolato il messaggio che pur di ottenere un risultato utile è accettabile qualsiasi tipo di comportamento. Rischieremmo di concimare un terreno destinato a germogliare e poi a crescere generazioni di furbi disposti a tutto, anche a ricorrere all’illegalità, pur di ottenere un ritorno personale.