Lunedì 27 Marzo 2006
pressol’ I.T.G. QUARENGHI
Relatore: prof. Achille massenti (Segreteria Generale Snals e del CNPI)
Interventi:
Giuseppe Benigni – Docente, consigliere regionale DS
Marcello Raimondi – Giornalista – Consigliere regionale FI
Luigi Roffia – Direttore C.S.A. Bergamo
Mons. Vittorio Bonati – Delegato Vescovile per la Scuola
La riunione ha visto la presenza di circa un centinaio di colleghi.
Ho provveduto a dare i documenti al presidente del convegno, sig. Colombo (Snals Bergamo) e alla giornalista de: L’Eco di Bergamo (signora Colombo) che era presente. Ho rilasciato una breve intervista indicando i punti principali delle questioni che ci stanno a cuore.
Sintesi degli interventi.
Bonati: ribadisce l’utilità della separazione licei- ist. professionali ritenendo questi ultimi necessari per dare l’opportunità ai giovani di avere un immediato sbocco nel mondo del lavoro e riservando al percorso liceale la formazione degli studenti che hanno poi l’intenzione di completare la loro formazione con un percorso di istruzione superiore. Sottolinea la necessità
di creare un consenso tra tutti gli attori coinvolti: regioni, province ecc.
Benigni
Ribadisce la necessità d’incentivare l’attività di laboratorio perché parte importante della formazione tecnico-scientifica. In precedenza aveva già letto il documento-manifesto degli ITP e sostiene che le rivendicazioni in esso contenute non si devono considerare come "corporative" in quanto vanno incontro alle necessità del Paese. Riconosce la centralità educativa della
laborialità che non sono attività "aggiuntive" ma, al contrario, sono attività ordinarie della scuola. Tali attività dovranno essere coniugate con la formazione professionale. Sottolinea che il tasso di dispersione scolastica maggiore è a carico degli Istituti professionali.
Colombo
Afferma che è già un successo pe gli ITP aver avuto una così ampia risonanza e di essere all’attenzione di sindacato e forze politiche. Tra le righe si legge una preoccupazione che il coordinamento si ponga come soggetto politico autonomo "scavalcando" gli enti preposti.
Raimondi
Sostiene che la riforma porta alla pari dignità il percorso liceale e quello professionale; secondo lui se si facesse un biennio uguale per tutti e solo dopo si scegliesse il percorso scolastico verrebbe meno uno degli obiettivi della riforma che è la valorizzazione della formazione professionale. La riforma inoltre va incontro alle maggiori necessità "laboratoriali" estendendole addirittura ai licei "classici". Inoltre ritiene con gli altri che vada data centralità allo studente e il modo per farlo non può essere che quello di valorizzare i docenti. Sostiene infine che l’autonomia degli istituti deve spingersi fino alla
chiamata diretta dei docenti perché solo così essi possono essere valorizzati: verrebbero assunti per le loro capacità e non in virtù di una graduatoria "Statale".
Beolchi (sostituisce il rappresentante del CSA ma specifica di parlare a titolo personale)
Ritiene che sia necessario un cambiamento umano e professionale dei rapporti all’interno della scuola (forse si riferiva alle azioni di mobbing nei confronti degli ITP? ndr) Se devono cambiare le coordinate culturali di tutti gli insegnanti, ITP compresi.
– Ribadisce la "pari dignità" e unicità della funzione docente.
– Sostiene che teoria e pratica devono coniugarsi in un unico modo di pensare più che essere due funzioni, indispensabili, ma giustapposte.
Ritiene indispensabile la continua qualificazione dei docenti perché possano essere in grado di dare le risposte alle sempre nuove future esigenze; per farlo sono necessari investimenti e chiede alla politica che se ne faccia carico.
Sono seguiti vari interventi dei colleghi su varie problematiche sostanzialmente il linea con le rivendicazioni del manifesto.
Il segretario nazionale snals, un po’ pressato dalle richieste ha sostenuto in merito al nostro "destino" , parole testuali, " chi è in servizio di ruolo morirà docente". Qualche preoccupazione in più per chi è precario. E’ parso comunque piuttosto preparato, capace di individuare anche proposte per consentire risparmi alla Stato senza penalizzare le assunzioni sulla base di considerazioni sull’entità del turn-over dei docenti. Si tratta di questioni queste, insieme ad altre a cui ha accennato molto tecniche e che dovrebbero essere approfondire in altra sede.
Da parte dei colleghi, soprattutto più anziani, era palpabile la delusione di vedersi, dopo anni di lavoro, seduti a sentire se avranno o meno una prospettiva futura significativa. Poco si è parlato di un utilizzo veramente innovativo della categoria perché
troppo attenti a cercare di consolidare le posizioni già acquisite ma senza essere in grado di rilanciare in positivo il nostro ruolo.