Per i colleghi delle scuole superiori
In questi giorni alcuni dirigenti stanno convocando i collegi docenti per far approvare la sperimentazione della riforma Moratti.
Vorrei far presente, nel merito, alcune questioni:
- La sperimentazione è illegittima perchè l’accordo firmato tra Moratti e Regioni prevedeva l’avvio di quest’ultima nell’anno scolastico 2007-2008.
- Pensare che la sperimentazione possa salvare la propria scuola e il proprio posto di lavoro, argomentazioni queste spesso utilizzate da alcuni dirigenti pro riforma per cercare di convincere i docenti a sperimentare, non ha nessun tipo di fondamento. Per intenderci, se un ITIS decide di sperimentare un indirizzo di liceo tecnologico, la cosa in sé non dà certezze per il futuro sul fatto che possa continuare a farlo anche se e quando la riforma andrà a regime. Una riforma delle scuole superiori implica cambiamenti tali da imporre una radicale riorganizzazione della rete scolastica da parte di Province e Regioni. L’aver già sperimentato un indirizzo per un anno sarà sicuramente l’ultimo dei parametri che verranno presi in considerazione per l’organizzazione dellofferta formativa sul territorio. Quindi anche da questo punto di vista il rischio sperimentazione è elevatissimo.
- Le scuole che decideranno di sperimentare il sistema dei licei devono essere consapevoli del fatto che saranno complici del MIUR nella realizzazione dello scellerato progetto di distruzione dell’istruzione professionale. Con la riforma l’istruzione professionale viene definitivamente espulsa dal sistema di istruzione per essere inserita in quello della formazione. Questo deve essere assolutamente evitato.
View Comments (0)
Prof. Ing. Gennaro Capodanno
Via Tino di Camaino, 22
80129 Napoli
Se de di servizio:I.T.I.S. “ E. Striano “ Napoli
e-mail: gennaro.capodanno@tin.it
RSU - Consigliere d’Istituto – Componente della Giunta Esecutiva
Proposta di ODG del prof……………. al collegio dei docenti dell’istituto……….... per l’approvazione della sperimentazione ex DM 775/2006.
Il Collegio dei docenti dell’istituto………………….
P R E M E S S O
• che con il D.M. 775/2006 si è inteso dare una concreta risposta a specifiche e pressanti richieste di sperimentazione di nuovi modelli ordinamentali liceali provenienti dalle istituzioni scolastiche, dopo la pubblicazione del decreto legislativo 226/2005, relativo al 2° ciclo di istruzione e formazione;
• che l'articolato del documento fornisce ampie e motivate indicazioni sulle ragioni e sulle specificità del progetto, che viene presentato come strumento idoneo a " realizzare, pur con diverse modalità di attuazione, coerenti con l'autonomia scolastica, una approfondita e puntuale riflessione sui vari ambiti di praticabilità dell'azione riformatrice, una accurata stima dei fabbisogni delle scuole in termini di strutture, personale e finanziamenti, nonché l'elaborazione di modelli più efficaci di organizzazione didattico-metodologica ";
• che, ai sensi dell'art. 11 del D.P.R. 8 marzo 1999, n. 275, il progetto si rivolge alle istituzioni scolastiche la cui adesione, del tutto libera e volontaria, è rimessa alla valutazione dei competenti organi collegiali;
• che il progetto di innovazione, proposto dal MIUR col decreto 775/2006, è cosa diversa dall'attuazione del Capo II e del Capo III del decreto legislativo 226/2005. E' fuor di dubbio, infatti, che l'avvio della riforma dall'anno 2007-2008 deve avvenire " nel quadro della programmazione della rete scolastica di cui all'articolo 138, comma 1, lettera b) del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, finalizzata a far corrispondere l'offerta formativa complessiva alle esigenze formative del territorio di ciascuna Regione " (art. 27, comma 3);
• che con il progetto di innovazione proposto dal MIUR alle istituzioni scolastiche non viene posto in discussione l'assetto dell'offerta formativa territoriale, che resta quella programmata dalle Regioni per l'anno scolastico 2006-2007.
• che il progetto invece persegue scopi circoscritti e chiaramente indicati nell'art. 2, comma 1 del D.M. 775/2006, dal quale emerge la valenza didattico-pedagogica dell'impianto. In effetti le scuole che aderiscono al progetto assumono prioritariamente l'impegno di:
- articolare l'orario annuale delle lezioni in attività ed insegnamenti obbligatori per tutti gli studenti, attività e insegnamenti obbligatori a scelta dello studente e attività e insegnamenti facoltativi;
- progettare Unità di apprendimento caratterizzate da obiettivi formativi adatti e significativi per i singoli allievi e volte a garantire la trasformazione delle capacità di ciascuno in reali e documentate competenze.
Si tratta dunque di innovazioni per un verso di tipo organizzativo e per un altro di natura metodologico-didattica, che le scuole possono realizzare secondo modalità definite nel quadro di regole certe ed in coerenza con il principio dell'autonomia. In sostanza, il decreto 775 non solo impone il rispetto della distribuzione territoriale dell'offerta formativa, ma definisce in ambiti precisi le innovazioni da introdurre. Le scuole possono aderire al progetto anche deliberando di introdurre solo parzialmente le innovazioni ordinamentali previste dal decreto legislativo 226/2005 e comunque nel rispetto delle tabelle di confluenza e corrispondenza previste dal D.M. 28 dicembre 2005;
• che il decreto 775/2006 non contrasta con l'art. 3 del D.P.R. 275/1999 e, in particolare, col comma 5 del medesimo articolo, il quale stabilisce che " il Piano dell'offerta formativa è reso pubblico e consegnato agli alunni e alle famiglie all'atto dell'iscrizione ", osservando che la norma in questione risponde ad esigenze di carattere generale. Essa, infatti, intende tutelare l'interesse dello studente ad essere informato preventivamente in ordine alla progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa della scuola che intende frequentare;
• che la norma succitata non fa quindi divieto alle scuole di apportare, prima dell'inizio dell'anno scolastico di riferimento, eventuali modifiche al POF e di portarle a conoscenza degli alunni, i quali, per poter partecipare all'innovazione, debbono esprimere il proprio consenso, unitamente a quello delle rispettive famiglie;
• che il progetto di innovazione che si intende promuovere col D.M. 775/2006 trova piena consonanza con la sperimentazione di cui all'art. 27, comma 4 del D. Lgs. 226/2005, nonché con l'art. 11 del D.P.R. 275/1999 che, come è noto, consente al MIUR di promuovere "progetti in ambito nazionale, regionale e locale, volti ad esplorare possibili innovazioni riguardanti gli ordinamenti degli studi, la loro articolazione e durata, l'integrazione tra i sistemi formativi e i processi di continuità e orientamento";
• che in base al quadro normativo di riferimento le sperimentazioni parziali debbono rispondere ovviamente a criteri di coerenza e compiutezza sul piano didattico, pedagogico e strutturale;
• che tale apprezzamento non può che competere alle singole istituzioni scolastiche, che, nella propria autonomia, valutano quale estensione dare all'innovazione, tenuto conto del preminente interesse degli alunni e delle risorse disponibili;
• che, ai sensi dell'art. 5, comma 3 del decreto 775/2006, il Direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale assicura le risorse disponibili alle scuole che ne abbiano fatto richiesta, anche se spetta alle istituzioni scolastiche medesime valutare se le risorse disponibili siano sufficienti ad assicurare la realizzazione del progetto;
• che gli interventi necessari per corrispondere alle eventuali maggiori necessità di risorse umane e professionali saranno, ovviamente, definite in sede di determinazione dell'organico di fatto, così come, del resto, è già avvenuto per far fronte ai maggiori fabbisogni legati all'attivazione della riforma del primo ciclo di istruzione. A tali interventi andranno, poi, ad aggiungersi finanziamenti specifici desunti dalla legge 440 del 1997;
per le suesposte motivazioni, il Collegio dei docenti dell’istituto…………………………………
A P P R O V A
all'unanimità/a maggioranza,
la proposta di sperimentazione del liceo……………………………., previsto dal D.Lgs. n° 226/2005 e dal D.M. N° 775/2006, nel rispetto delle tabelle di confluenza e corrispondenza previste dal D.M. 28 dicembre 2005.
Data…………………………..
Il Proponente
Ho notato che il copia e incolla lo utilizzi molto mene, ma come ti ho già detto nono contrario alla riforma Moratti.
Una lezione dalla Francia.
« Non condivido nulla di quello che dite, ma mi batterò perché possiate dirlo ».
Voltaire.
Anche per il copia e incolla ci vuole un'abilità, peraltro riconosciuta.
Gennaro Capodanno
Bene, mi fa piacere annoverarti tra gli affezionati del blog, credo che tu con questa affermazione ti stati riferendo al post "insegnanti, teste pensanti? Che hai letto su qualche portale di scuola. Ti sei solo dimenticato di leggere l'autore, fatti un altro giro e controlla bene, documentati e poi ripassi e mi dici chi è bravo con il "copia e incolla".