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APPELLO Alla Società Civile, al Mondo della Scuola e della Politica

Uno dei segni più evidenti della nostra epoca è la contaminazione culturale: popoli diversi provenienti dalle aree geografiche più disparate premono ai confini dell’Italia e dell’Europa, mentre noi occidentali siamo chiamati ad una convivenza e ad un confronto quotidiani con quanti, stranieri, sono già stabilmente inseriti nella nostra società. Nuovi modelli di vita si vanno diffondendo nei Paesi occidentali, modelli la cui realizzazione mal si concilia con le nostre "strutture mentali". Purtroppo il confronto sta via via degenerando nello scontro di civiltà e di religioni. I tumulti provocati da poche vignette danno la misura di quanto sia grande la difficoltà di comprensione tra culture distanti, l’insofferenza per stili di vita differenti, l’avversione nei confronti di individui che professano fedi diverse. Si parla oggi molto di socialità e di educazione alla socialità. Ora, non c’è altra socialità che il rispetto delle tradizioni diverse, e non c’è altra educazione alla socialità che l’apprendimento di queste diverse tradizioni.

Ecco che la scuola diviene l’ambiente propizio nel quale trovare spunti per avvicinarsi, con lo strumento della ragione, alle tradizioni culturali differenti dalla nostra mentre vale, naturalmente, il viceversa. Nasce quindi la necessità, per i docenti, di favorire il confronto con le "culture altre", tipico della società moderna. Il campo di studio sul quale vogliamo porre l’attenzione, è propriamente quello della Storia delle religioni. Questa disciplina ha il compito di ricostruire le origini e le evoluzioni storiche di quel particolare aspetto della cultura costituito dalla religione, illustrando come sono mutate secondo le varie epoche e presso i vari popoli le concezioni e le dottrine religiose. Storicizzare il concetto di religione consente anche di superare barriere e pregiudizi. 

La nostra scelta di fondo è quella di chiedere una revisione dell’impostazione dell’ora di Religione cattolica, oggi facoltativa, che lascia fuori dall’aula tutti gli studenti di religione diversa e quelli che hanno scelto di non avvalersene. Questa scelta a noi sembra inevitabile e non procrastinabile; crediamo che potrebbe dare impulso a quella vera integrazione tra i popoli di cui tutti sentiamo l’esigenza. Il confronto pacifico e aperto promuove la conoscenza e il rispetto reciproco, basi indispensabili della convivenza civile e antidoto all’odio che porta ai conflitti ideologici e poi alle guerre. L’ambiente scolastico è l’humus più fertile dove coltivare i valori della tolleranza, della conoscenza "dell’altro da sé", della ricchezza delle diversità: qui i ragazzi trovano il loro punto di incontro, il centro dei loro scambi ideali e culturali, qui l’individuo acquista una maggiore consapevolezza per la scelta che farà del proprio modello di vita. Un scuola che declinasse queste responsabilità svolgerebbe oggi un’attività educativa incompleta e carente. Bisogna fare qualcosa, con forza, intelligenza, fantasia e senza rinnegare i nostri costumi e la nostra fede. Non possiamo che metterci dalla parte dei valori fondamentali di giustizia, libertà, eguaglianza, rispetto per se stessi e per gli altri. Poi li difenderemo, questi valori, ad ogni costo e con ogni mezzo, ma prima bisogna promuoverli e praticarli. Per ottenere qualche risultato occorrono le decisioni delle Istituzioni, la forza propulsiva di idee nuove e coraggiose, l’impegno politico di uomini altrettanto coraggiosi. 

Vogliamo quindi rivolgere un appello alla società civile, al mondo della scuola e a quello politico perché prendano coscienza della necessità di rivedere radicalmente l’insegnamento della religione nelle nostre scuole, anche e soprattutto nel rispetto della laicità dello Stato. Non più insegnamento della religione cattolica, peraltro già poco praticato dagli insegnanti di religione più avveduti, ma "Storia delle religioni" ed educazione alla convivenza civile. Ci appelliamo ai nostri governanti affinché accolgano l’invito a far sì che l’ora di Religione diventi obbligatoria, ma che si trasformi nell’ora di "Storia delle religioni", e che abbia tra i suoi compiti principali quello di stimolare un sano confronto già in età scolare tra i nostri futuri cittadini.

 

Liborio Butera-   insegnante tecnico pratico

Cesare Rovere-  insegnante tecnico pratico

Aderiscono:

  1. Lucio Russo         insegnante
  2. Cristian Simoni    insegnante di religione
  3. Maurizio Balsamo
  4. Gian Maria Mello Rella  insegnante
  5. Domiziano Gallia
  6. Calogero Giuffrida  autore
  7. Rosario Samperi  insegnante tecnico pratico
  8. Morena De Poli    insegnante
  9. Rosario Cubito     insegnante tecnico pratico
  10. Lucia Campofreda
  11. Franco Macchieraldo  autore, ricercatore I guerra mondiale , ITP
  12. Alerino Palma        insegnante
  13. Fabio Barina          insegnante
  14. Carlo Zaccaria      
  15. Antonio Orlando
  16. Sandro Delpiano    insegnante
  17. Giuseppe di Benedetto
  18. Domenico Oliveri   agente di commercio
  19. Ghita Campolo
  20. Serenella Pelaggi
  21. Cinzia Faravelli
  22. Damiano Fasso        insegnante
  23. Giustino Zulli
  24. Emiliano Laurenzi





 

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