Non avevo ancora avuto modo di vedere Massimino D’Alema durante il furioso scontro verbale con Pier Ferdinando Casini, avvenuto durante la registrazione di Ballarò. Anche se, in questi giorni, la “super partes” Radio Capital, che da Emilio Fede ha sicuramente imparato molto, lo utilizza come spot elettorale. Avevo ascoltato quelle parole mentre ero alla guida, anche senza le immagini era emersa tutta l’arroganza del baffetto più furbo del West, quel SILENZIO intimato all’interlocutore mi aveva lasciato molto perplesso. Indubbiamente una maniera poco democratica e per nulla elegante per zittire l’avversario, ma D’Alema in passato si era distinto anche per altre vicende non meno gravi: le manifestazioni di contestazione, alle quali aveva partecipato da giovane… Di quelle parole, mi ero molto stupito, uno che è stato presidente del Consiglio e fa politica ad alto livello non può scagliarsi con fare “dittatoriale” verso l’interlocutore, chiunque esso sia e a prescindere dal colore politico di appartenenza. La mia opinione, nei suoi confronti, è ulteriormente peggiorata dopo che a quelle parole ho associato le immagini. L’impressione che avevo avuto dalla radio, ha confermato il mio pensiero: D’Alema “democraticamente” usa ancora i vecchi sistemi comunisti!! SILENZIO!! Ad avvalorare questa tesi è bastato il giorno dopo la registrazione di Ballarò, leggere le notizie dei quotidiani, che riportavano ancora più inquietanti, il bolscevico baffetto, si era opposto con tutte le sue forze al confronto con Silvio Berlusconi, che attraverso Floris aveva chiesto il permesso di poter presenziare alla trasmissione. Gli altri ospiti, Emma Bonino e Casini si erano mostrati disponibili, ma D’Alema evidentemente temeva il confronto e il conseguente attacco che gli sarebbe stato mosso circa la vera leadership dell’Unione e che gli italiani potessero capire chi è il vero leader dell’Unione. Ma la cosa che non passa inosservata, forse ancora più grave, è il netto schieramento politico di RAI 3 e di Ballarò; Veramente non ne avevamo mai avuto dubbi, ma questo episodio conferma che oltre a parteggiare, dipendono direttamente dalla segreteria dei DS, infatti, è bastato il NO di D’Alema per impedire la presenza del Presidente del Consiglio. E’ vero, il tentativo di intrufolarsi in trasmissione è criticabilissimo, ma fino a prova contraria riveste ancora una carica istituzionale per lo Stato italiano e forse avrebbe meritato più rispetto. Termino con una riflessione: se il baffetto ha tutto questo potere adesso, figuriamoci se dovesse vincere le elezioni, è incredibile come una rete statale sia asservita ad una coalizione politica, è ancora più incredibile che gli italiani non si rivoltino per questa lottizzazione politica della televisione di Stato. SILENZIO!! (alla D’Alema) a chi in questo momento pensa di contraddirmi, non sarò un ex Presidente del Consiglio ma sul mio blog e peraltro “a gratis” mi posso permettere di intimare il SILENZIO a chi voglio io.