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finanziaria 2005 ancora tagli alla scuola

Le finanziarie degli ultimi anni si sono accanite sulla scuola tagliando le risorse necessarie per una normale gestione degli istituti. Giungono notizie che in alcune scuole elementari, che i genitori sono costretti a fare le collette per comprare la carta igienica. Un esempio che lascia capire in che stato è stata ridotta la scuola in questi ultimi anni di tagli e solo tagli. Nell’ultima finanziaria sono state soppresse le “indennità di missione”, la successiva circolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze, datata 11 gennaio 2006, ribadisce ciò che la Finanziaria impone:

 

  • la soppressione dell’indennità di trasferta per missioni espletate in Italia;
  • la soppressione dell’indennità supplementare (10% su biglietti per viaggi con mezzi di trasporto di linea, per via terrestre o marittima, e 5% su viaggi aerei) sia per le missioni in Italia sia per quelle all’estero.

Vediamo, nel dettaglio, quali erano i compensi previsti per il trattamento di missione:

1.     20,45 al giorno (misura intera);

2.    € 13,62 al giorno (ridotta di 1/3) per i dipendenti che fruivano di alloggio gratuito;

3.     € 10,22 al giorno (ridotta del 50%) per i dipendenti che fruivano di vitto gratuito;

4.      6,81 al giorno (ridotta di 2/3) per i dipendenti che fruivano di vitto e alloggio gratuito.

Questi pochi compensi servivano a garantire, viaggi d’istruzione, vacanza studio in Italia, scambi culturali e altre attività didattiche. I tagli che sono evidenziati sopra sono riferite solo alle trasferte in territorio nazionale, ma sono state tagliate anche le risorse che garantivano le trasferte all’estero. Insomma, è stato fatto un netto taglio, grazie alla politica attuata dal governo, alle attività scolastiche ritenute improduttive, di mero interesse culturale. Le scuole, espropriate del finanziamento statale, sono in ogni modo costrette (se vogliono sopravvivere) a mantenere la stessa offerta formativa richiesta in precedenza: sembrerebbe che l’unica strada percorribile sia quella del reperimento di fondi privati, a meno che si voglia rinunciare alle visite culturali… Noi pensiamo che la scuola debba continuare a essere pubblica, fortemente indipendente da dinamiche di mercato che porterebbero l’istituzione scolastica a essere non più luogo di apprendimento e di scambio culturale, ma ennesimo posto in cui il valore dominante è il profitto, ovviamente a scapito di tutte quelle attività che profitto non creano! Pensiamo, inoltre, che la cultura e la conoscenza abbiano un valore: non è possibile sacrificarle, il governo (di destra o di sinistra) non può e non deve prescinderne.

I CUB scuola per questo motivo chiedono in forma di protesta di “bloccare” i viaggi d’istruzione.