L’appropriarsi di icone è sempre stata una prerogativa della sinistra e non solo di quella italiana. L’elenco è lungo e va dai poeti passando dai musicisti per arrivare ai rivoluzionari del passato. Molte personalità del passato che hanno lottato per la libertà e contro quei regimi colorati di rosso, probabilmente, se lo sapessero li ritroveremmo a picchettare “botteghe oscure” o a chiedere di togliere le proprie immagini stampate su bandiere e gadgets vari. Il ricorso all’icona indubbiamente consente una penetrazione maggiore verso i giovani e verso il cittadino che tradotto significa più consensi in cabina elettorale. Stranamente la sinistra, specie quella italiana, non ha mai voluto fare una seria autocritica verso le devastazioni che ha causato quando è riuscita ad ottenere il potere e questo è uno dei suoi grandi limiti, ma è un altro discorso. Negli ultimi anni, ha cercato di mettere il cappello, così come si fa quando bisogna occupare un posto, su uno degli artisti più amati del nostro Paese: Vasco Rossi. Il corteggiamento è stato subdolo, strisciante, io stesso ero convinto che il Blasco nazionale propendesse per quell’area politica, e invece… niente mi sbagliavo… In una sua dichiarazione ha voluto fare chiarezza, si è detto essere un radicale convinto e che il suo alter ego è Marco Pannella. L’intellighenzia di sinistra questa volta ha dovuto (almeno per adesso) la peggio, ha dovuto gettare la spugna, ma non poniamo limiti alla provvidenza, un certo Pasolini venne espulso dal PC e oggi stranamente è un’Icona per questi “nuovi” comunisti.