infrastrutture 2
La TAV parte da lontano, se n’è iniziato a parlare nel 92, qualc’uno malignamente sussurra che si tratti dell’ultima coda di tangentopoli. Allora in Italia c’erano ancora i poteri forti in piena attività e pezzi dello Stato in mano a degli amministratori che sono passati alla storia per discusse e dubbie privatizzazioni. Spiccava il nome di un certo Romano che dirigeva l’IRI, ricordate il “carrozzone” statale perennemente in rosso che gestiva le ferrovie dello stato, l’industria automobilistica (alfa romeo), e tantissime altre grosse imprese e che nascondeva grossissimi giri di mazzette? Esatto, il periodo era proprio quello, subito dopo nacque tangentopoli. Quando si parlò di alta velocità, alcuni studi si mostrarono contrari alla sua realizzazione, motivandolo che l’opera sarebbe costata tantissimo e avrebbe reso meno, ma un altro studio di NOMISMA, invece fece propendere per la sua realizzazione. Indovinate chi c’è dietro a questa sigla? Sempre lui il nostro Romano, si, si. Prodi, pensavate che fosse un nativo di Roma? No. È bolognese. Da quello che viene dopo si scopre che il governo di centro sinistra presieduto da Dini gettò le basi per la progettazione dell’alta velocità, l’ultimo governo presieduto prima dall’amico nostro e poi da D’Alema e Amato lottarono in Europa affinché il corridoio 5 attraversasse l’Italia, lo hanno ottenuto. Il governo Berlusconi invece, appalta i lavori all’impresa della famiglia Lunardi, si l’attuale ministro, conflitto d’interessi? Se vogliamo chiamarlo così, possiamo farlo, ecco la sua determinazione nell’affermare che la TAV, blocchi o non blocchi, si realizzerà! Non ho compreso, però, le lamentele dell’Unione, si lamenta perché a loro, dopo le lotte, non è andato neanche un centesimo, oppure perché perché ha a cuore i problemi della gente? Boh! Certe lamentele sono proprio incomprensibili, strumentalizzare, prima della campagna elettorale, ciò che loro hanno voluto mi sembra a dir poco di cattivo gusto.